​Forcaioli con i nemici e iper-garantisti con gli amici. Cosa rivela la polemica sulla condanna del sindaco Lucano

Domenica 3 Ottobre 2021
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Egregio direttore,
un lettore, il Sig. Moretti, nel suo scritto critica apertamente la sentenza giudiziaria a carico dell'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Cita tra l'altro questa non è una sentenza politica, è una sentenza immorale. Si è sempre detto e ridetto che le sentenze non si commentano specialmente da esponenti politici e che esse vanno rispettate fino a prova contraria e verdetto definitivo. Rimarco anche che le sentenze non dovrebbero mai avere uno sfondo politico. Allo scrivente questo modo di pensare dimostra che, a seconda dei verdetti, scendono in campo gli oppositori o favorevoli a seconda dell'impostazione proprio politica delle vicende che investono soggetti che ricoprono cariche pubbliche a vario titolo. È il caso del portavoce di Salvini, dell'esponente dei Fdi Fidanza tanto per parlare degli ultimi casi. Si è arrivati a 13 anni di pena per una inchiesta iniziata pare nel 2018 e prima di lanciarsi in accuse e in un certo senso attaccare l'indipendenza della magistratura tanto invocata a seconda delle proprie convenienze attendiamo l'esito finale della vicenda con i dovuti passaggi.


R.G.Padova


Cara lettrice,
confesso che anche io sono rimasto sorpreso dalla pesante pena comminata a Mimmo Lucano, il sindaco di Riace: 13 anni sono davvero tanti, soprattutto in un Paese come il nostro, dove spesso malviventi e criminali di lungo corso riescono a cavarsela con condanne assai miti, per non dire ridicole o vergognose.

Ma non sono né un giudice né un giurista. Né ho potuto approfondire gli atti del processo e, soprattutto, non conosco le motivazioni della sentenza, giacché non sono state ancora depositate. Quando avrò la possibilità di leggerle mi farò un'opinione più precisa. Registro invece che in molti, e tra di loro anche qualche importante leader politico, hanno già sentenziato che, nel caso di Lucano, siamo di fronte a una sentenza inaccettabile, immorale, dettata solo da ragioni politiche con la evidente volontà di colpire un personaggio-simbolo. Peccato che spesso costoro sono gli stessi che hanno già condannato Luca Morisi, il comunicatore di Salvini, considerandolo colpevole di un congruo numero di reati, nonostante l'inchiesta giudiziaria che lo riguarda sia ancora in corso e presenti anche non pochi lati oscuri. Purtroppo, con poche eccezioni, siamo alle solite: forcaioli con i nemici, iper-garantisti con gli amici. E la giustizia, non raramente con la complicità di qualche magistrato, usata come clava per colpire gli avversari. Una vecchia storia. A cui purtroppo non si riesce a mettere la parola fine.

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