Un lettore rivendica il suo diritto ad esprimere dubbi. Ma in realtà le sue sono certezze inossidabili

Sabato 16 Aprile 2022
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Gentile direttore
invidio la sua, e di tanti altri, capacità di discernere, con poche battute, le categorie sociali in cui ognuno di noi appartiene semplicemente in base al fatto che si pone, o meno, dei dubbi circa la narrazione dominante Per mesi il dottor Di Donno è stato messo alla berlina fino, forse, anche a farlo morire in circostanze quantomeno sospette. I (presunti) ricercatori di notizie false hanno propinato il massacro di Bucha come causato da battaglioni russi: peccato che anche in questo caso si è dimostrato che i definiti colpevoli non fanno più parte dell'esercito russo da tre anni.

Per mesi ci è stato raccontato dell'obbligo vaccinale in Austria ed in Germania come una ovvia misura per la salute di tutti: in nessuno dei due paesi è stato approvato. Ecco, si potrebbe continuare per ore e concludere con una massima di Eschilo: In guerra la verità è la prima vittima. Ed anche la pandemia è stata una guerra, soprattutto per l'informazione. E ciò che molte persone ridotte al silenzio, chiedono è solo questo: poter esprimere un dubbio, poter chiedere verità senza doversi sentir dare del cavernicolo, del no-vax,, del figlio di Putin
Marco Panfilo
Venezia


Caro lettore
ma lei ha davvero così tanti dubbi? A me non pare proprio. Lei in realtà ha molte certezze. Impermeabili ad ogni punto di domanda. Lei è stra-convinto che il dottor Di Donno sia stato indotto a morire. Lei è assolutamente certo che il massacro di Bucha sia un'invenzione degli ucraini e dell'Occidente. Lei è contrarissimo ai vaccini e all'obbligo vaccinale (che per la verità in Italia non è mai stato introdotto) e cita il caso tedesco senza riflettere sul fatto che, proprio ciò che è accaduto in Germania, dove il parlamento ha bocciato a maggioranza la proposta del cancelliere Scholz di rendere obbligatorio il vaccino per gli over 60, è l'evidente dimostrazione che non esiste alcuna dittatura sanitaria. Naturalmente è legittimo che lei la pensi in questo modo. Basta chiamare però le cose con il loro nome ed evitare di crogiolarsi nel ruolo di vittime ridotte al silenzio, a cui si nega persino il diritto del dubbio. Perché non è vero. E perché lei dubbi non ne ha. Ha certezze inossidabili che però non coincidono con le opinioni di tante altre persone. Bisogna accettarlo. Un filosofo ha detto: i dubbi sono le sentinelle della ragione. A patto però che la ragione voglia ascoltarli. Vale per tutti, ovviamente.
 

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