Trivellazioni, Pd neutrale?
No, è schierato a favore

Domenica 20 Marzo 2016
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Caro direttore,
il Pd è a favore o contro le trivellazioni in Adriatico? Una risposta a questa domanda ancora non c’è ma l’impressione è che Renzi e i vertici abbiano semplicemente scelto di sabotare il referendum, considerato l’esplicito invito rivolto agli elettori di astenersi dal voto. E’ un insulto alla democrazia, alla dignità dei cittadini e alla recente storia del Pd: ma un partito che vuole porsi alla guida del Paese può assumere un comportamento così irresponsabile? Un partito, se tale è, deve avere una sua identità e per averla deve prendere posizione senza rinunciare a combattere la partita e non nascondersi dietro una finta quanto inutile imparzialità.
Una ambiguità che può calzare a pennello per un eventuale Partito della Nazione che intende essere tutto e il contrario di tutto, ma non certo per un organismo ben definito com’è il Pd. L’iperpragmatismo renziano è allergico al confronto preferendo un decisionismo di comodo, ma chi vuole essere tutto a lungo andare rischia seriamente di non essere niente: meglio agire con modestia e ragionevolezza accontentandosi di essere qualcosa. Ma oggi è evidentissimo che per qualcuno non contano più gli ideali e le cause per cui battersi e lottare, quanto l’affermazione di se stessi: è forse questa l’Italia che cambia verso? 

Silvano Lorenzon

Maserada sul Piave (Tv)

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Caro lettore,
a me non pare che il Pd abbia assunto una posizione neutrale o ambigua sul referendum contro le trivellazioni in Adriatico che si svolgerà il prossimo 17 aprile. Il suo gruppo dirigente nazionale, seppur con qualche giravolta rispetto a posizioni assunte nel recente passato, si è schierato contro il referendum promosso da 9 regioni tra cui il Veneto definendolo "inutile e dannoso perché se passerà metterà a rischio moltissimi posti di lavoro". Si può discutere sulla validità di queste affermazioni che portano la firma del Vicesegretario del partito Debora Serracchiani. Ma non credo ci siano dubbi, anche alla luce di queste parole, sul fatto che il vertice del Pd sia a favore delle continuità delle attività di trivellazioni in mare.
E l'invito all'astensione, che forse a qualcuno ricorderà l'esortazione ad "andare al mare" di craxiana memoria, è del tutto coerente con questa impostazione: poiché il referendum è valido solo se vota il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto, il Pd punta, con la bassa affluenza, a vanificare la consultazione popolare del 17 aprile e a depotenziarne valore politico e risultato. Naturalmente si può essere o meno d'accordo con questa scelta (e anche dentro il Pd ci sono molte riserve al riguardo), ma la posizione di Renzi e dei suoi non mi pare difetti di chiarezza: i democratici sono contrari allo stop trivellazioni chiesto dai promotori del referendum.
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