Caro direttore,
leggo che il ministro grillino Toninelli non ha firmato la lettera che il governo ha mandato alla Ue per dire che in sostanza l'Italia è d'accordo nel far proseguire i lavori della Tav Torino-Lione. Al posto del ministro hanno firmato i funzionari del ministero. Non è che ci facciamo come Paese una gran bella figura, ma questo mi sembra il meno. Il vero mistero è come sia possibile che Toninelli continui a rimanere al suo posto È' comprensibile che uno lasci di malavoglia la poltrona di ministro. Ma il ministro delle Infrastrutture è davvero indifendibile. A parte le sue innumerevoli gaffe, su questioni importanti e decisive per il nostro Paese, non c'azzecca mai. Anche sul tema delle Grandi Navi a Venezia non riesce a decidere e sposa soluzioni impraticabili come Chioggia. Adesso c'è la Tav. Lui è contrario e allora non firma la lettera per Bruxelles. Ma perché per coerenza allora non si dimette? E perché la Lega non chiede con forza che si faccia da parte? Se non è d'accordo con le scelte del governo cosa ci sta a fare il ministro?
G.F.
Venezia
Caro lettore,
un rappresentante del popolo merita sempre rispetto. Ma parliamoci chiaro: Toninelli ha vinto alla lotteria. A uno come lui, con il suo curriculum professionale e politico, quando mai ricapiterà non solo di diventare ministro, ma di dirigere un dicastero strategico come quello delle Infrastrutture? È ovvio che se non lo cacciano con le bombe, Toninelli da lì non si muove. Anzi, adesso che ha capito di essere in bilico, ha deciso di indossare i panni del grillino duro e puro e di strizzare gli occhi alla base più radicale del Movimento. Lui è quello che non si piega alle logiche del Governo e alle mediazioni. Tiene la schiena dritta. Così se proprio lo dovessero cacciare dal ministero, potrà sempre interpretare il ruolo di vittima della vecchia politica e dei poteri forti. La realtà è naturalmente un'altra: Toninelli è prima di tutto vittima della sua inadeguatezza che pratica anche con una certa alterigia e supponenza. Ma, per quanto paradossale possa sembrare, questa in fondo è anche una sua forza. Lei si chiede perché la Lega non me pretende le dimissioni. Me lo sono chiesto anche io. E mi sono dato questa risposta. Toninelli, in una certa misura, fa comodo a Salvini. Dove lo trova il leader della Lega un ministro come l'ineffabile Toninelli che, nella sfida interna al governo con Di Maio e M5s, gli fa guadagnare più punti e consensi? Dove lo trova un ministro che non è d'accordo con la Tav ma la fa passare facendo firmare il via libera ai suoi funzionari? Allora, finché riesce, Salvini lo lascia al suo posto. E lo sfrutta. Naturalmente non credo che Toninelli l'abbia capito.
Ultimo aggiornamento: 17:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA leggo che il ministro grillino Toninelli non ha firmato la lettera che il governo ha mandato alla Ue per dire che in sostanza l'Italia è d'accordo nel far proseguire i lavori della Tav Torino-Lione. Al posto del ministro hanno firmato i funzionari del ministero. Non è che ci facciamo come Paese una gran bella figura, ma questo mi sembra il meno. Il vero mistero è come sia possibile che Toninelli continui a rimanere al suo posto È' comprensibile che uno lasci di malavoglia la poltrona di ministro. Ma il ministro delle Infrastrutture è davvero indifendibile. A parte le sue innumerevoli gaffe, su questioni importanti e decisive per il nostro Paese, non c'azzecca mai. Anche sul tema delle Grandi Navi a Venezia non riesce a decidere e sposa soluzioni impraticabili come Chioggia. Adesso c'è la Tav. Lui è contrario e allora non firma la lettera per Bruxelles. Ma perché per coerenza allora non si dimette? E perché la Lega non chiede con forza che si faccia da parte? Se non è d'accordo con le scelte del governo cosa ci sta a fare il ministro?
G.F.
Venezia
Caro lettore,
un rappresentante del popolo merita sempre rispetto. Ma parliamoci chiaro: Toninelli ha vinto alla lotteria. A uno come lui, con il suo curriculum professionale e politico, quando mai ricapiterà non solo di diventare ministro, ma di dirigere un dicastero strategico come quello delle Infrastrutture? È ovvio che se non lo cacciano con le bombe, Toninelli da lì non si muove. Anzi, adesso che ha capito di essere in bilico, ha deciso di indossare i panni del grillino duro e puro e di strizzare gli occhi alla base più radicale del Movimento. Lui è quello che non si piega alle logiche del Governo e alle mediazioni. Tiene la schiena dritta. Così se proprio lo dovessero cacciare dal ministero, potrà sempre interpretare il ruolo di vittima della vecchia politica e dei poteri forti. La realtà è naturalmente un'altra: Toninelli è prima di tutto vittima della sua inadeguatezza che pratica anche con una certa alterigia e supponenza. Ma, per quanto paradossale possa sembrare, questa in fondo è anche una sua forza. Lei si chiede perché la Lega non me pretende le dimissioni. Me lo sono chiesto anche io. E mi sono dato questa risposta. Toninelli, in una certa misura, fa comodo a Salvini. Dove lo trova il leader della Lega un ministro come l'ineffabile Toninelli che, nella sfida interna al governo con Di Maio e M5s, gli fa guadagnare più punti e consensi? Dove lo trova un ministro che non è d'accordo con la Tav ma la fa passare facendo firmare il via libera ai suoi funzionari? Allora, finché riesce, Salvini lo lascia al suo posto. E lo sfrutta. Naturalmente non credo che Toninelli l'abbia capito.