La miopia di troppe amministrazioni che consumano territorio e non investono sul futuro

Giovedì 23 Settembre 2021
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Caro direttore,
resto quotidianamente basito dalla continua cementificazione in atto nel territorio in cui vivo, parlo dell'area che comprende i comuni veneziani di Noale, Scorzè e zone limitrofe. Dati annuali pubblicati dall'Ispra vedono il consumo del suolo del comune di Scorzè pari al 14,4% del totale, contro una media regionale del 11,9% (seconda solo alla Lombardia), e una media nazionale del 7,11%. Tutto questo non certo spiegabile dalla crescita economica (in calo), crescita demografica (in calo), ma solo dalla volontà da parte di certe amministrazioni di incrementare la speculazione edilizia invece di agevolare ed incentivare la compravendita e ristrutturazione di capannoni sfitti e abbandonati o la riqualificazione di interi quartieri fatiscenti. Ricordiamoci che l'erosione del suolo provoca dissesti idrogeologici ogni qualvolta si manifestano piogge anche non troppo abbondanti, catastrofi che costano poi alla collettività milioni di euro. Tante amministrazioni venete si dovrebbero fare un esame di coscienza quando si sciacquano la bocca parlando di ambiente.

Gianluca Lai
Noale (Venezia)


Caro lettore,
la politica a tutti i livelli è solita parlare di ambiente come risorsa fondamentale.

Ovviamente da difendere e tutelare. Peccato che poi, troppo spesso, questa stessa politica declini quel concetto a modo suo. E l'ambiente per tante amministrazioni diventa sì una risorsa, ma soprattutto per fare cassa. In termini economici o di consenso, cioè per ottenere più oneri urbanistici o opere compensative. Che, purtroppo, questa non sia una prerogativa solo di certe amministrazioni, ma un fenomeno piuttosto generalizzato lo dimostrano gli stessi numeri dell'Ispra. Ai primi tre posti nella particolare classifica dei comuni veneti che nel 2020 hanno consumato più suolo a favore del cemento ci sono Padova, Spinea e Noventa padovana: tre municipi gestiti da amministrazioni di colore politico diverso. Purtroppo c'è un messaggio che sembra non aver fatto ancora breccia in alcuni settori della nostra società: l'opzione verde, la sostenibilità, la difesa dell'ambiente non sono un costo o una rinuncia, ma opportunità da sfruttare. Riutilizzare invece che cementificare, tutelare le attività economiche e gli spazi sociali esistenti invece che concedere nuove licenze, possono apparire nell'immediato scelte penalizzanti. Ma quasi sempre è vero l'esatto contrario. Sono investimenti sul futuro. E lo sono a maggior ragione dopo questa lunga pandemia che ha modificato l'idea stessa di abitare, di quotidianità, di rapporto con il territorio che ci circonda. 

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