Il caso Report: la libertà dei giornalisti va difesa anche dalle sentenze (sbagliate) del Tar

Sabato 26 Giugno 2021
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Caro Direttore,
il TAR del Lazio ha disposto l’accesso agli atti, richiesto dall’avvocato Mascetti di Milano, in merito ad una trasmissione di Report del 26 ottobre 2020 in cui si è parlato degli appalti lombardi. Il responsabile della trasmissione, Sigfrido Ranucci, oltre ad essersi profondamente indignato per tale ingiunzione della magistratura, ha detto perentoriamente che non svelerà un bel niente e caso mai dovrebbe intervenire l’esercito. Ebbene chiedo a lei, come giornalista e Direttore di giornale, come valuta questa forte presa di posizione? L’articolo 21 della Costituzione garantisce giustamente la libertà di pensiero, di stampa, dello scritto e di ogni altro mezzo di diffusione e stabilisce anche che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Da cittadino però mi chiedo: se in una trasmissione, o in un articolo, viene chiamata in causa una persona per fatti che lui ritiene ingiusti e/o infamanti, questo cittadino avrà pur il diritto di poter conoscere l’origine di quanto gli viene imputato per poter difendersi, oppure no? Se quelle informazioni sono state raccolte in maniera illegale (per esempio con intercettazioni non consentite, o attraverso collusione con malavitosi, o con palese violazione della privacy, ecc...) come può difendersi se non può accedere agli atti raccolti da chi ha messo in piedi la trasmissione? Io penso pertanto che il diritto di poter accedere agli atti, in questa ipotesi, non violi minimamente la libertà di stampa.

Renzo Turato

Caro lettore,
la mia sarà inevitabilmente una risposta di parte o, se preferisce, interessata.

Non per spirito corporativo, ma perché, nonostante tutto, credo nel ruolo dell’informazione e penso che vada salvaguardato da tanti tipi di ingerenze e limitazioni. Vengo al punto. Benché ogni storia faccia caso a sé, credo che di fronte a un’inchiesta giornalistica e ai documenti che a sostegno di essa vengono prodotti, la prima e decisiva domanda da porsi credo sia una sola: è vero? O meglio: quei documenti sono autentici e affermano esattamente ciò che il giornalista ha raccontato? Se la risposta è affermativa, tutto il resto («Chi ha passato quelle carte?», «Dove le ha trovate?», «A chi conviene che queste notizie siano pubblicate?») passa inevitabilmente in secondo piano. La notizia, vera e verificata, viene prima di tutto: è l’essenza stessa del giornalismo. Dopodiché la legge mette a disposizione del cittadino diversi strumenti per tutelarsi se ritiene o può dimostrare che una notizia sia falsa o lesiva nei suoi confronti: può inviare diffide e rettifiche, ricorrere in via penale o civile e smascherare quindi il giornalista che ha commesso illegalità o pubblicate informazioni non veritiere.

Al contrario, imporre la consegna dei documenti su cui si fonda un’inchiesta apre il varco a conseguenze gravi. Si legittima una forma di pressione sul lavoro del giornalista che, a quel punto, non può più garantire la riservatezza delle sue fonti. Non credo sia un caso, del resto, che il Tar del Lazio abbia fatto ricorso a un’acrobazia giuridica per imporre la consegna di quegli atti. Con l’intento di scoprire chi avesse parlato con i giornalisti di Report e quali documenti si fossero scambiati, l’avvocato Mascetti ha infatti fatto domanda di accesso agli atti alla Rai ai sensi della legge 241/1990, che disciplina il procedimento amministrativo. L’azienda l’ha respinta e lui si è rivolto al Tar che ha intimato a viale Mazzini di fornire la documentazione richiesta. Lo ha fatto applicando una legge che vale per la pubblica amministrazione ed equiparando dunque i documenti di un’inchiesta giornalistica ad atti amministrativi e i giornalisti a funzionari pubblici. Se Report fosse stato una programma di una tv privata invece che della Rai, questo non sarebbe stato ovviamente possibile. Ma non si possono considerare i giornalisti della tv pubblica titolari di minori diritti rispetto a quelli che lavorano per gruppi privati.

Ultimo aggiornamento: 15:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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