Le sentenze le fanno i tribunali e le persone vanno rispettate, ma il caso Morisi non è "solo" una vicenda personale

Venerdì 1 Ottobre 2021
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Caro direttore,
stiamo approfondendo sui quotidiani chi fosse realmente Luca Morisi, braccio destro della comunicazione di Matteo Salvini. Apprendiamo che la Bestia, l'organizzazione fondata proprio da Morisi, aveva il compito di supportare il leader della Lega, anche attaccando coloro osavano criticarlo. Non credo ci siano parole per definire questo sistema. Ma mi domando: ma se Salvini fosse rimasto al Ministero dell'Interno con a fianco questo Morisi, quindi in un ruolo istituzionale delicatissimo, cosa sarebbe accaduto? 

Aldo Sisto
Mestre

Caro lettore,
non ho mai apprezzato gli eccessi della comunicazione politica di Luca Morisi. Ma nei palazzi della politica e del potere tutti sapevamo come funzionava la struttura di comunicazione che aveva creato.

Anzi, molti tra gli oppositori di Salvini avrebbero voluto avere a disposizione un loro Morisi, con cui sostenere efficacemente sui social la propria azione politica e colpire, quando serviva, gli avversari. La spregiudicatezza, mi creda, non è un'esclusiva di una parte o di un leader politico. E non pochi fra coloro che oggi esprimono la loro indignazione o demonizzano il creatore della cosiddetta Bestia, fino all'altro ieri, ne invidiavano l'abilità, hanno cercato di imitarlo o cercavano di carpirne i segreti e le tecniche di comunicazione. Detto ciò, e senza voler anticipare nessuna decisione della magistratura, è del tutto evidente che, per le sue delicate caratteristiche, l'inchiesta giudiziaria che coinvolge Morisi non può essere declassata a fatto personale. È del tutto legittimo chiedere il rispetto per la persona. per i suoi errori e le sue fragilità. Ed è sacrosanto, in questo come in altri casi, non anticipare sentenze che competono solo ai tribunali. Ma non si può ignorare che Morisi era un uomo pubblico. Era uno dei principali collaboratori del leader di uno dei più votati partiti politici italiani, uno degli artefici del suo successo. Lei mi chiede cosa sarebbe successo se questa vicenda fosse emersa quando Salvini era ministro degli Interni? Né la storia né la politica si fanno con i se. Ma credo che, qualora fosse emersa un'inchiesta con questi stessi contorni, tra droga ed equivoche frequentazioni, sarebbe stato difficile anche per Salvini, nonostante la grande popolarità di cui gode e godeva, evitare le dimissioni da quel ruolo di governo. E questa è la dimostrazione più evidente che il caso Morisi non è solo una triste vicenda umana né semplicemente un caso giudiziario. Del resto credo che lo stesso Salvini lo sappia benissimo. 

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