Caro lettore, saremo anche "illusi e poveretti", ma andremo a votare. Rispettando (al contrario di lei) le scelte di tutti

Giovedì 18 Agosto 2022
Caro lettore, saremo anche "illusi e poveretti", ma andremo a votare. Rispettando (al contrario di lei) le scelte di tutti
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Egregio direttore,
c'è in Italia un partito che ha già vinto le elezioni del 25 settembre, mi riferisco a tutte quelle persone che giustamente hanno aperto gli occhi, hanno dato risalto alla propria intelligenza, e cioè gli astensionisti, tutte persone che hanno capito che nulla di buono può venire da una palude maleodorante quale è la politica. Per tutti gli altri, i creduloni, gli illusi, i poveretti, ci sono varie possibilità, liste di ogni tipo e programmi mirabolanti non mancano, tutto proposto ovviamente dai partiti, mica dal popolo.

Lettera firmata


Caro lettore,
lo confesso: appartengo a quella quota di cittadini italiani che lei, dando risalto alla sua vivida intelligenza, definisce bonariamente: «i creduloni, gli illusi, i poveretti». Perciò, sfidando il suo disprezzo, il 25 settembre andrò a votare. E lo farò rispettando innanzitutto coloro che faranno una scelta diversa dalla mia, astenendosi o votando scheda bianca. Senza insultarli nè etichettarli in alcun modo. Ho però qualche dubbio sul fatto che, come lei afferma, coloro che non andranno a votare si possono già considerare i veri vincitori delle prossime elezioni. Non ho dubbi sul fatto che, per diverse ragioni, saranno numerosi coloro che il 25 settembre decideranno di astenersi. La questione è piuttosto un'altra. Per vincere, nello sport come nella vita, bisogna come prima cosa scendere in campo. Bisogna avere l'umiltà e il coraggio di scegliere, di pronunciare qualche sì, anche se questo costa fatica e impone qualche rinuncia. Ovviamente come in ogni competizione, si può anche decidere di chiamarsi fuori o di stare in tribuna ed osservare con indifferenza o con somma disistima, coloro che decidono di mettersi in gioco e di sporcarsi le mani. Ma non si è mai visto nessuno vincere qualcosa stando davanti al televisore o seduto su una poltroncina in curva o tra i distinti. Da lì però si possono comodamente emettere sentenze, subissare di critiche i partecipanti, immaginarsi commissari tecnici, ministri e presidenti del consiglio. E, soprattutto, ritenersi gli autentici interpreti delle volontà popolari. Che ovviamente coincidono con le proprie. Altrimenti sono solo il prodotto di quella «palude meleodorante che è la politica».
 

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