Conte cerca di usare la guerra per rilanciare se stesso e M5s. Ma non ha la forza per far cadere il governo

Sabato 21 Maggio 2022
Conte cerca di usare la guerra per rilanciare se stesso e M5s. Ma non ha la forza per far cadere il governo


Egregio direttore,
la nomina della senatrice Stefania Craxi alla guida della Commissione Esteri ha una grande valenza politica. Intanto certifica l'assoluta inadeguatezza dell'ex premier Giuseppe Conte, dopo il fallimento governativo dimostra una palese incapacità politica che sta accelerando il dissolvimento del Movimento 5 Stelle. Inoltre é la plastica rappresentazione che gli equilibri all'interno della maggioranza di governo stanno cambiando. Da.questa vicenda il presidente del Consiglio Draghi ne esce rafforzato dimostrando acutezza non solo in politica interna ma anche in politica estera, mentre Conte è ormai ai titoli di coda.

G.S
Padova


Caro lettore,
non so se, come lei afferma, l'ex premier Giuseppe Conte sia arrivato ai titoli di coda. Ho l'impressione che, in realtà, da quando ha lasciato Palazzo Chigi non abbia mai calcato la scena politica da protagonista com'era nelle sue ambizioni. Ha piuttosto ondeggiato tra il ruolo di ex e quello di aspirante leader, senza però mai riuscire ad esserlo nemmeno all'interno del composito movimento pentastellato, dove il dualismo con il ministro Luigi Di Maio è sempre stato presente ed è oggi ancora più evidente. Quello che sta accadendo in queste settimane sul tema della guerra in Ucraina e in particolare la nomina di Stefania Craxi a presidente della Commissione Esteri del Senato e la bocciatura del candidato grillino, sono la naturale conseguenza di un processo di frantumazione e di dissolvimento, ormai in corso da tempo, del movimento fatto nascere da Beppe Grillo. Conte non appare in grado di arrestare questa deriva nè di aprire, ammesso che ciò sia possibile, una nuova stagione per M5s. Oggi l'ex premier si illude di recuperare consensi dentro e fuori il suo movimento agitando lo spettro della crisi di governo sul tema del sostegno all'Ucraina. Ma si tratta sopratutto di un'operazione d'immagine, finalizzata a ritagliarsi spazi di visibilità e a dare una parvenza d'identità al suo movimento. Ben difficilmente M5S troverà la forza politica e l'unita interna per far cadere, in una fase delicata come l'attuale, il governo Draghi. Anche perché una scelta di questo tipo segnerebbe la definitiva fine del rapporto privilegiato con il Pd, peraltro già molto deteriorato proprio dalle ultime prese di posizione di Conte. Più probabile prevedere un altro scenario. Con qualche bisticcio, qualche finto ultimatum e magari anche qualche ulteriore spaccatura ( l'ennesima) dentro M5s, si arriverà alle elezioni politiche. E lì Conte avrà la misura del suo reale consenso e delle sue concrete possibilità di essere un protagonista della politica italiana.
 

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