Caro direttore,
l'esito elettorale del 4 marzo lasciava capire sin da subito che avrebbe prodotto un non governo, dovuto alla mancanza dei numeri necessari sia alla Camera che al Senato. Il Presidente della Repubblica ha, come prassi istituzionale, dato avvio alle consultazioni e poi, per avere lo specchio il più reale possibile, ha incaricato per un mandato esplorativo la seconda carica dello Stato che non ha dato (come previsto) alcun esito e, per non lasciare nulla d'intentato, ha ieri incaricato la terza carica dello Stato, per possibili altri scenari di governo, iniziativa che lascia prevedere un esito scontato, cioè nulla di fatto. I mass media, da 45 gg. commentano divagando su ipotesi che non reggono minimamente, ben sapendo che è tutto una pantomima tra le parti. Nel rispetto degli italiani che hanno votato il 4 marzo, vista la situazione di stallo, il Presidente Mattarella, a mio parere, può solo dare un incarico a tempo al governo uscente, invitando il Parlamento a fare una Legge Elettorale entro sei mesi, che permetta a chi vince di avere i numeri per governare. Ipotesi di grandi coalizioni richiamandosi alla Germania, non vale per il contesto politico-partitico italiano. Le forzature in politica non portano stabilità ma sono solo un tentativo per tirare a campare, consci che il tutto è destinato a finire da un momento all'altro.
Franco Polesel
Mestre
Caro lettore,
molto modestamente la penso come lei. Comprendo la volontà del Presidente della Repubblica di fare un governo, ma a questo punto, alla luce dei risultati elettorali e dei veti incrociati emersi, se anche dalle consultazioni dovesse uscire una maggioranza, sarà minata nelle sue fondamenta dalle divisioni e dai sospetti reciproci. Non c'è nulla da fare: con gli equilibri politici attuali, una legge elettorale come il Rosatellum condanna il Paese all'ingovernabilità. Quindi se un governo di programma non è possibile, meglio puntare su un esecutivo tecnico-politico con un mandato circoscritto a pochissime cose e in primis una riforma elettorale di tipo maggioritario che consenta, chiuse le urne, la formazione di un governo. Perchè è pur vero che altri paesi europei sono vissuti senza governo per molti mesi. Ma la fragilità dell'Italia suggerisce di non esagerare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA l'esito elettorale del 4 marzo lasciava capire sin da subito che avrebbe prodotto un non governo, dovuto alla mancanza dei numeri necessari sia alla Camera che al Senato. Il Presidente della Repubblica ha, come prassi istituzionale, dato avvio alle consultazioni e poi, per avere lo specchio il più reale possibile, ha incaricato per un mandato esplorativo la seconda carica dello Stato che non ha dato (come previsto) alcun esito e, per non lasciare nulla d'intentato, ha ieri incaricato la terza carica dello Stato, per possibili altri scenari di governo, iniziativa che lascia prevedere un esito scontato, cioè nulla di fatto. I mass media, da 45 gg. commentano divagando su ipotesi che non reggono minimamente, ben sapendo che è tutto una pantomima tra le parti. Nel rispetto degli italiani che hanno votato il 4 marzo, vista la situazione di stallo, il Presidente Mattarella, a mio parere, può solo dare un incarico a tempo al governo uscente, invitando il Parlamento a fare una Legge Elettorale entro sei mesi, che permetta a chi vince di avere i numeri per governare. Ipotesi di grandi coalizioni richiamandosi alla Germania, non vale per il contesto politico-partitico italiano. Le forzature in politica non portano stabilità ma sono solo un tentativo per tirare a campare, consci che il tutto è destinato a finire da un momento all'altro.
Franco Polesel
Mestre
Caro lettore,
molto modestamente la penso come lei. Comprendo la volontà del Presidente della Repubblica di fare un governo, ma a questo punto, alla luce dei risultati elettorali e dei veti incrociati emersi, se anche dalle consultazioni dovesse uscire una maggioranza, sarà minata nelle sue fondamenta dalle divisioni e dai sospetti reciproci. Non c'è nulla da fare: con gli equilibri politici attuali, una legge elettorale come il Rosatellum condanna il Paese all'ingovernabilità. Quindi se un governo di programma non è possibile, meglio puntare su un esecutivo tecnico-politico con un mandato circoscritto a pochissime cose e in primis una riforma elettorale di tipo maggioritario che consenta, chiuse le urne, la formazione di un governo. Perchè è pur vero che altri paesi europei sono vissuti senza governo per molti mesi. Ma la fragilità dell'Italia suggerisce di non esagerare.