Basta ipocrisie: non si governa
l'immigrazione con l'accoglienza

Martedì 14 Gennaio 2014
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Caro direttore,

gli immigrati presenti nel Cie di Lampedusa chiedono un trattamento più umano. Hanno ricevuto anche la visita del deputato del Pd, Chaouki. Ebbene, Chaouki dovrebbe prima di tutto rivolgere il suo operato ai cittadini italiani che lo hanno eletto. È vero che tutte queste persone hanno il diritto di essere trattate come esseri umani. Purtroppo però un intero popolo paga le conseguenze del comportamento di una minoranza, e per questo i migranti in arrivo sono sempre visti con un po' di diffidenza. Forse il Pd del neo segretario Renzi, si è già scordato che decine di imprenditori italiani si sono suicidati per la disperazione provocata dalla crisi. Oramai molti italiani sono i "nuovi poveri" e penso proprio che abbiano la precedenza.


Mattia Bianco

Galzignano Terme (Pd)



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Caro lettore,

finchè si insisterà ad affrontare il tema dell'immigrazione sul piano puramente ideologico penso non si farà l'interesse nè degli immigrati nè quello dei cittadini italiani. L'accoglienza è un giusto principio, ma uno Stato non può decidere le proprie politiche sui flussi migratori solo in base a questo criterio. Come ha giustamente notato un intellettuale certamente non sospettabile di simpatie forcaiole o retro-leghiste come Angelo Panebianco, il principale principio ispiratore sul piano legilsativo e operativo non può che essere la convenienza. Immagino che di fronte a questo termine qualcuno forse inorridirà. Ma occorre uscire dalle ipocrise e dal politicamente corretto ed affrontare una questione delicata e complessa come l'immigrazione con la necessaria dose di pragmatismo e consapevolezza. Non si tratta di buttare a mare chi cerca di raggiungere le coste italiane, ma occorre avere chiaro che nessun Paese, men che meno in una fase di crisi come quella attuale, può accogliere, ospitare e dare un lavoro a chiunque voglia stabilirsi nei suoi territori. Chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Un'accoglienza indiscriminata ma che voglia essere civile e adeguata agli standard di vita minimi di un Paese come l'Italia ha costi inevitabilmente molto elevati. Con quali risorse si pensa di farvi fronte? O meglio: a chi andrebbero tolte queste risorse per indirizzarle verso tutti i migranti che vogliono entrare in Italia? Non sono domande provocatorie, ma assolutamente concrete. E a cui occorre dare risposte prima di aver fatto scelte sul piano legislativo. Dopo è troppo tardi. In realtà la via da seguire non può che essere un'altra. Fatte salve le garanzie umanitarie, una efficace politica di gestione dei flussi migratori deve fondarsi su una valutazione e programmazione di quanti e quali immigrati possiamo e dobbiamo accogliere, in base alle nostre disponibilità economiche, alle nostre esigenze produttive e demografiche. Solo in questo modo saremo in grado di garantire una "vera" accoglienza e un'efficace integrazione a chi entra nel nostro Paese. In caso contrario creeremo solo dei nuovi emarginati che non troveranno posto nel processo produttivo, avranno enormi difficoltà ad integrarsi nel tessuto sociale delle nostre città e, in molti casi, saranno inevitabilmente risucchiati dalla criminalità. Proprio come sta accadendo.

Ultimo aggiornamento: 12:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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