Le comunità islamiche denuncino e isolino i terroristi

Giovedì 1 Giugno 2017
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Dopo gli ultimi atti terroristici islamici, lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun così si è rivolto a tutte le comunità musulmane attraverso internet: «Non basta insorgere verbalmente e ripetere che questo non è l'Islam. Siamo tutti chiamati a reagire. Dobbiamo denunciare chi tra noi è tentato da questa criminale avventura. Non è delazione, ma al contrario un atto di coraggio, per garantire la sicurezza di tutti». 

Tutti i musulmani che vivono in Europa, ma anche in altri paesi, dovrebbero far tesoro delle parole dello scrittore marocchino. Soprattutto le autorità religiose islamiche dovrebbero rendersi conto che a non intervenire concretamente come propone lo scrittore Tahar Ben Jelloun, gli atti terroristici si moltiplicheranno. La conseguenza sarà che un numero sempre più numeroso di europei si rivolgerà ai partiti che prometteranno di risolvere il problema terrorismo islamico attraverso le maniere forti. 

Già c'è chi parla di applicare le leggi di uno Stato in guerra e di espulsioni dall'Europa di tutti i musulmani. 


Franco Vicentini

Caro lettore,

le inequivocabili parole di Ben Jelloun vanno al cuore del problema. Le comunità islamiche che operano in Europa non possono limitarsi a non condividere le scelte dei terroristi che uccidono in nome di Allah e a condannare di volta in volta gli attentati. Devono attivamente cooperare con le autorità dei paesi in cui vivono per smascherare i profeti di morte, farli arrestare, creare terra bruciata intorno a loro. In altre parole: devono compiere una precisa scelta di campo e di civiltà. 

Finchè tutto questo non avverrà in modo chiaro e netto, rimarrà l'atroce sospetto che per tanti musulmani, i terroristi non siano criminali e nemici da sconfiggere, ma fratelli che sbagliano. 

Persone cioè di cui non si approvano i metodi, ma di cui si condividono le finalità: ossia la creazione dello Stato islamico.
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