Egregio direttore,
l'aspettativa di vita degli italiani diminuisce. Uno dei pochi primati positivi, vanto della nazione, comincia a sgretolarsi. La spiegazione data: stile di vita sbagliato, mangiamo e beviamo troppo. Il gustoso piatto di sana pasta ed il buon bicchiere di vino sono passati da orgoglio della cucina mediterranea a motivo di caduta dell'aspettativa di vita.
Qualcosa non torna. Forse qualcuno non si è accorto della disastrosa crisi economica che ha colpito, soprattutto, milioni di pensionati, precari e disoccupati con conseguente riduzione del potere reale d'acquisto. Spese primarie come cure sanitarie e medicinali non sono più alla portata di molti portafogli ed il risultato comincia a vedersi.
Strano che l'Osservatorio della salute non se ne sia accorto indirizzando la sua analisi solo verso la diffusione delle influenze stagionali o del caldo intenso e prolungato.
Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)
Caro lettore,
capisco che l'aspirazione all'eternità sia connaturata all'uomo. Ma non sarei così pessimista. Dagli anni '60 in poi in Italia l'aspettativa di vita è cresciuta quasi ininterrottamente, anche in anni di forte crisi economica. Non sono un esperto di dinamiche demografiche, ma credo che un assestamento fosse prevedibile.
In ogni caso, anche in base agli ultimi dati, è difficile trovare in Europa una popolazione più longeva di quella italiana. E le ragioni dell'economia spiegano solo in parte questo fenomeno. Basti considerare un solo dato: l'aspettativa di vita media degli italiani oggi è di 82,3 anni, quella degli abitanti della florida Germania è di ben due anni inferiore.
Piuttosto credo che si un'altra la riflessione da fare: il nostro è un Paese in cui si vive sempre più a lungo e in cui una persona su cinque ha ormai più di 65 anni. L'invecchiamento della popolazione, ha determinato anche un forte aumento delle malattie croniche che affliggono un italiano su quattro. Ma la nostra struttura sociale e sanitaria fa fatica ad adeguarsi a queste nuove realtà. Questa credo sia la vera sfida e la vera emergenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA l'aspettativa di vita degli italiani diminuisce. Uno dei pochi primati positivi, vanto della nazione, comincia a sgretolarsi. La spiegazione data: stile di vita sbagliato, mangiamo e beviamo troppo. Il gustoso piatto di sana pasta ed il buon bicchiere di vino sono passati da orgoglio della cucina mediterranea a motivo di caduta dell'aspettativa di vita.
Qualcosa non torna. Forse qualcuno non si è accorto della disastrosa crisi economica che ha colpito, soprattutto, milioni di pensionati, precari e disoccupati con conseguente riduzione del potere reale d'acquisto. Spese primarie come cure sanitarie e medicinali non sono più alla portata di molti portafogli ed il risultato comincia a vedersi.
Strano che l'Osservatorio della salute non se ne sia accorto indirizzando la sua analisi solo verso la diffusione delle influenze stagionali o del caldo intenso e prolungato.
Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)
Caro lettore,
capisco che l'aspirazione all'eternità sia connaturata all'uomo. Ma non sarei così pessimista. Dagli anni '60 in poi in Italia l'aspettativa di vita è cresciuta quasi ininterrottamente, anche in anni di forte crisi economica. Non sono un esperto di dinamiche demografiche, ma credo che un assestamento fosse prevedibile.
In ogni caso, anche in base agli ultimi dati, è difficile trovare in Europa una popolazione più longeva di quella italiana. E le ragioni dell'economia spiegano solo in parte questo fenomeno. Basti considerare un solo dato: l'aspettativa di vita media degli italiani oggi è di 82,3 anni, quella degli abitanti della florida Germania è di ben due anni inferiore.
Piuttosto credo che si un'altra la riflessione da fare: il nostro è un Paese in cui si vive sempre più a lungo e in cui una persona su cinque ha ormai più di 65 anni. L'invecchiamento della popolazione, ha determinato anche un forte aumento delle malattie croniche che affliggono un italiano su quattro. Ma la nostra struttura sociale e sanitaria fa fatica ad adeguarsi a queste nuove realtà. Questa credo sia la vera sfida e la vera emergenza.
