Dare il voto ai 16enni è giusto o sbagliato? Prima chiediamoci se (forse) il nostro Paese non ha altre priorità

Giovedì 18 Marzo 2021
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Caro Direttore,
nella grande confusione che regna sotto il cielo della politica italiana ritengo un grave errore la proposta di Enrico Letta, a cui auguro di poter sistemare per il meglio le cose in casa Pd, di estendere il voto ai sedicenni. Se la maggiore età è fissata al diciottesimo anno di età ci sono delle ovvie motivazioni, legate alla maturazione psicofisica. Del resto come si può attribuire un diritto-dovere così importante ad una persona se poi ha bisogno della rappresentanza giuridica dei genitori per tutti gli altri aspetti della vita. Né si può pensare a questo come un escamotage per aumentare la partecipazione alle consultazioni elettorali, che dipende solo dalla comprensibile disaffezione dei cittadini verso una politica sempre più inaffidabile. E neppure può essere giustificata per compensare, come è stato detto, il peso elettorale della popolazione anziana, che è un dato obiettivo dovuto alla situazione demografica. Credo sia bene che sul tema si apra su questo tema un civile dibattito.

Loris Parpinel
Prata di Pordenone


Caro lettore,
nella maggior parte dei paesi europei, eccezion fatta per l'Austria e per alcuni Land tedeschi, per esercitare il proprio voto alle elezioni bisogna aver compiuto 18 anni.

Così anche negli Stati Uniti e in Canada. Si può votare a 16 anni invece in Argentina, in Brasile e anche a Cuba. Diciamo quindi che, in linea di massima, nelle grandi democrazie vale la regola di associare il voto al raggiungimento della maggiore età. Questo naturalmente non significa che non si possa o non si debba cambiare. È però un elemento da valutare e su cui interrogarsi. Ma devo confessare che quando ho ascoltato Enrico Letta lanciare la proposta del voto ai 16enni, mi sono fatto un altro tipo di domanda: è davvero questa oggi una priorità per il nostro Paese? E inoltre: può essere davvero questo uno dei temi forti a cui il Pd àncora il suo rilancio politico? Mi permetto di avere, su entrambi i temi, qualche dubbio. Soprattutto dopo un anno complicato come questo, il milione e passa di 16enni e 17enni italiani credo si attendano ben altre risposte e proposte dal mondo politico. Sulla scuola, sul loro presente e sul loro futuro, su un ascensore sociale sempre più fermo ai piani bassi della società. Escludo che quella di poter votare sia un'esigenza che venga ai primi posti. Forse mi sbaglio, ma intravedo nella scelta del neo segretario del Pd di lanciare nel suo discorso di insediamento una proposta di questo tipo, i vecchi vizi del nostro centrosinistra. Da un lato l'eccessiva distanza dal mondo reale e dalle sue esigenze concrete, in particolare di quelle delle classi più svantaggiate e di un sempre più impoverito ceto medio. Dall'altro l'incapacità di fare fino in fondo i conti con la propria crisi d'identità. Enrico Letta è ormai un politico di lunga esperienza. Saprà il fatto suo. Ma se pensa di aprire un nuovo corso del Pd partendo da parole d'ordine come il voto ai 16enni, temo che stia sbagliando strada. Serve ben altro. 

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