Nella Lega le divisioni su vaccini e green pass lasceranno un segno. Dentro e fuori il partito

Martedì 14 Settembre 2021
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Egregio direttore,
pian pianino anche Salvini si sta allineando alla richiesta logica di obbligatorietà del vaccino che rappresenta pur con inevitabili ed a volte inciampi e casi problematici, l'unica strada percorribile per fronteggiare la pandemia; certo ci sono altre cure, i tamponi però costano ed hanno durata marginale; non è pensabile che lo stato si accolli anche questa forma di assistenza economica dopo che in vigore ve ne sono altre (penso al reddito di cittadinanza ed altro). Del resto anche alcuni governatori della Lega la pensano in modo diverso distinguendo tra chi è vaccinato e chi non lo è. Sarebbe gradito un suo pensiero ma temo che su questa incoerenza Lei forse preferisce il silenzio. 

Lettera firmata
Padova


Caro lettore,
non vedo nessuna incoerenza.

Vedo piuttosto, dentro la Lega, due e forse persino tre linee politiche abbastanza distinte sul tema vaccini e green pass. Lo ha ammesso persino Luca Zaia, solitamente molto cauto quando si parla di dinamiche interne di partito. «Davanti a scelte così importanti, il dibattito e le discussioni sono inevitabili», ha precisato il presidente veneto. «Ma nella Lega la linea che vince è quella della responsabilità messa nero su bianco dai governatori. Poi, se resta qualche nostalgico del no green pass o del no mask ne prenderemo atto. Io penso che non ci siano alternative alle scelte che abbiamo fatto». A dividere il mondo leghista non è tanto l'obbligatorietà del vaccino - strumento sulla cui efficacia anche alcuni amministratori sono scettici - quanto l'approccio complessivo alla lotta al virus. I governatori e i sindaci sono in prima linea nella campagna di vaccinazione e sono fautori e sostenitori del green pass, al punto da essere minacciati per questo. Alcuni settori del partito, guidati in qualche caso in prima persona dal leader Matteo Salvini, inseguono invece i distinguo; fanno proprie gli argomenti polemici dei no pass; offrono sponda politica agli oppositori del certificato verde e talvolta anche ai no vax. Ha certamente ragione Zaia quando afferma che questa seconda linea è minoritaria nel partito del Carroccio. Ciò che Zaia non dice, ma forse pensa, è che queste divisioni non verranno riassorbite facilmente dalla Lega. Lasceranno un segno nel partito e anche nella sua capacità, soprattutto nelle regioni del Nord, raccogliere consensi soprattutto nel mondo moderato.

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