I sondaggi non sostituiscono il voto, ma aiutano a capire la realtà: basta leggerli con la necessaria umiltà

Mercoledì 7 Luglio 2021
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Caro direttore,
informare sul gradimento dei presidenti regionali e dei sindaci, è un'interessante opportunità per comprendere la valutazione dei cittadini. Comunque i punteggi dei sondaggi effettuati, molto probabilmente, sono stati condizionati dalla visibilità (in alcuni casi quotidiana) sui mass-media di alcuni governatori e di alcuni sindaci. Personalmente interpreto che chi non ha la propensione alla costante, strumentale presenza televisiva e/o giornalistica, anche se è un buon amministratore pubblico, nella classifica del consenso viene penalizzato. Volgendo l'attenzione alla realtà della nostra regione, rivolgo le seguenti domande ai sondaggisti delle pagelle ai politici: Per determinare le classifiche avete interpellato le persone che quotidianamente sono ai margini della società per povertà, per disoccupazione, per disabilità, per sfratto e per non autosufficienza?. Avete rilevato l'opinione delle famiglie che sono obbligate a sobbarcarsi dai mille ai duemila euro mensili per la compartecipazione ai costi delle rette per l'ospitalità dei loro cari nei centri servizi sociosanitari o assistenziali?. Due quesiti che se fossero stati utilizzati, quasi certamente, molto diversi sarebbero stati i gradimento per i governatori e per i sinda
ci.
Franco Piacentini


Caro lettore,
benchè condotti con metodi scientifici, i sondaggi che misurano il gradimento di leader politici, governatori e sindaci non sono infallibili e, soprattutto, non sostituiscono il responso elettorale.

Sono però indicatori importanti per capire gli orientamenti dell'opinione pubblica verso i protagonisti della politica. E non raramente ( lo si è visto nelle recenti elezioni a Nordest) trovano poi un riscontro nel voto popolare. Tuttavia, sopratutto in tempi mutevoli come quelli che viviamo, può rivelarsi un grave errore sopravvalutare il valore di alcuni risultati. Ma è altrettanto sbagliato, quando l'esito di questi sondaggi non corrisponde alle proprie speranze e simpatie politiche, ritenere che siano sbagliati e che non colgano il vero sentimento dell'opinione pubblica. Talvolta bisognerebbe avere l'umiltà di accettare l'idea che le proprie opinioni non sono sinonimo di verità. Sono punti di vista. Rispettabili e interessanti, certamente. Ma se non sono confermati dai sondaggi e non risultano condivisi dalla larga maggioranza dei cittadini di una città, di una regione o di una nazione, non è necessariamente a causa di qualche domanda sbagliata o dimenticata, di strani scherzi del destino o di operazioni di disinformazione di massa. Forse, significa, semplicemente, che le proprie opinioni sono minoritarie e magari un po' sbagliate. Anche queste, in democrazia, dovrebbero essere possibilità da considerare.

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