Il calcolo tutto politico di Landini e della Cgil che ha portato allo sciopero generale di oggi

Giovedì 16 Dicembre 2021
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Caro Direttore,
lo sciopero generale di oggi non piace per nulla a larga parte del paese. Primo: perché con il clima sociale con cui ci stiamo confrontando già da due anni, avremmo bisogno di serenità. Secondo: i numeri propinatici da Landini sono molto diversi da quelli indicati nell'editoriale di Alberto Brambilla, che abbiamo letto il 13 dicembre sul nostro Gazzettino. Terzo: il Governo finora si è mostrato molto dialogante verso il mondo del lavoro e le fasce più disagiate vedi le norme sugli ammortizzatori sociali, il blocco dei licenziamenti, gli investimenti per contenere il caro bollette (3,8 miliardi di euro). Orbene le forze sociali rivestono una inestimabile funzione ma è impensabile che una forza sociale, il sindacato, abbia la pretesa di ricattare il Governo e le forze politiche con uno sciopero generale in un momento critico come quello che stiamo subendo.

Renzo Turato
Padova


Caro lettore,
lo sciopero generale odierno si può spiegare solo in chiave strettamente politica.

Con questa mossa la Cgil di Landini, affiancata dalla Uil che per l'occasione si è accodata al grande sindacato rosso, ritengono di poter avere un peso e un ruolo in una stagione ancora molto incerta e che vedrà affluire sul nostro Paese i miliardi dell'Europa. Il calcolo di Landini è abbastanza chiaro e, aldilà dei proclami, prescinde largamente dai contenuti della trattativa tra le parti sociali e il governo. Nelle scorse settimane Draghi e le organizzazioni sindacali si erano incontrati diverse volte e avevano discusso di riforma fiscale, di ripresa, di previdenza. Un confronto in cui ovviamente non erano mancati dissensi e contrapposizioni, ma che non aveva mai dato l'impressione di essere vicino a un punto di rottura.

È stata la Cgil ad alzare l'asticella dichiarando lo sciopero generale: una scelta che ha infatti spiazzato il Pd e, soprattutto, incontrato la netta opposizione dell'altro grande sindacato nazionale, la Cisl che non ha aderito alla mobilitazione di oggi. Ma neppure l'eventualità di rompere l'unità sindacale ha fermato Landini. Il leader della Cgil vuole ritagliarsi il ruolo di contraltare e oppositore da sinistra del governo, occupando uno spazio politico che né Pd né Leu, facendo parte della larga maggioranza che sostiene Draghi, possono presidiare e sfruttare a fondo. In questa area Landini vuole issare le sue bandiere e da lì diventare un interlocutore forte del governo. Non so se questo calcolo si rivelerà vincente. Certamente però oggi subiamo uno sciopero di cui il Paese non aveva alcun bisogno.

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