La sospensione di Schengen, grande ipocrisia europea

Mercoledì 27 Gennaio 2016
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Egregio direttore,
alcuni giorni fa nei mari della Grecia si è consumata una ulteriore tragedia dove sono morte annegate quaranta persone, 20 dei quali bambini. Come da tempo denunciato quanto sta avvenendo in termini di immigrazione non è un problema limitato nel tempo. Trattandosi quindi di un problema epocale ed umanitario perchè non affrontarlo in modo tale da evitare queste tragedie. Dove sta l'Onu, non si potrebbero prendere queste persone e organizzare dei Centri o delle "citta' provvisorie" dove possano trovare sostentamento e con il tempo ipotizzare un loro rientro nei Paesi di origine? Credo possibile, specie oggi con la riduzione dei costi del petrolio, prevedere un piccolo ritocco ai carburanti per creare un fondo di solidarietà internazionale per far fronte alle spese a sostegno di questa emergenza. Certo, una ipotesi di questa natura necessità una politica unitaria europea, cosa purtroppo oggi inesistente. I pericoli di una gestione frantumata e non coordinata dei vari paesi, rischia di compromettere per lungo tempo quella prospettiva europea tanto annunciata e mai realizzata.

Dino Lazzarotto
Mestre

Caro lettore,
non so se l'Onu deciderà un intervento umanitario. E neppure se la Ue si doterà di una apposita forza sovrannazionale per gestire i flussi dei profughi e fare anche in modo che entrino nei nostri Paesi coloro che hanno il diritto di farlo e non chiunque. Ciò che dovrebbe maggiormente preoccupare è lo scenario che si profila per il prossimo futuro: l'Europa pare orientata a sospendere per almeno due anni il trattato di Schengen, ossia a ripristinare i controlli alle frontiere per frenare e controllare l'afflusso dei profughi. Un clamorso esempio di euro-ipocrisia. Questa decisione avrà infatti una naturale e tragica conseguenza: essendo chiuse le vie di terra, ossia le frontiere, i rifugiati in stragrande maggioranza non avranno altra alternativa che tentare di arrivare in Europa via mare, ossia di approdare lungo le coste dell'Italia o della Grecia che non sono separate dall'Africa da frontiere da aprire o da chiudere, ma da miglia e miglia di mare impossibili da presidiare in tutta la loro estensione. Insomma l'immigrazione tornerà ad essere soprattutto un problema nostro e dei greci. Con buona pace del resto dell’Europa unita.
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