Intercettazioni telefoniche: il problema non è solo la quantità, ma l'uso che se ne fa. L'istruttivo caso Mose

Venerdì 20 Gennaio 2023
Intercettazioni telefoniche: il problema non è solo la quantità, ma l'uso che se ne fa. L'istruttivo caso Mose

Caro direttore,
per i reati di mafia e terrorismo le intercettazioni non verranno modificate ma le modifiche avranno come obiettivo l'uso ai fini di gossip politico di tale sistema. Un bel riordino. Nonostante ciò la sinistra si straccia le vesti per il rischio di agevolare la mafia. Ma se le intercettazioni sono così utili come mai Messina Denaro è stato latitante per ben 30 anni?


Luigi Barbieri
Padova


Caro lettore,
le intercettazioni telefoniche sono uno strumento utile e necessario. Nessuno lo nega. Ma anche quando si afferma che in Italia c'è stato e c'è un ricorso all'ascolto delle telefonate altrui eccessivo e troppe volte poco o nulla funzionale all'esito delle indagini, si dice una cosa altrettanto ovvia ed evidente. A chi di noi non è mai capitato di leggere sui giornali o ascoltare in tv conversazioni, magari curiose, divertenti o imbarazzanti, di cui era però ben difficile capire il peso sul piano giudiziario e che spesso avevano come protagoniste persone neppure indagate? Per evitare che ciò accadesse è stata fatta nel 2020 una legge che però, come abbiamo visto anche nelle scorse settimane in Veneto, viene costantemente e facilmente aggirata. Perché il problema non sta semplicemente nell'impedire o nel limitare l'uso e la diffusione delle intercettazioni da parte degli organi di informazione. La questione sta anche nell'uso che si fa delle intercettazioni. Nella scelta da parte dei magistrati di chi intercettare e di quali telefonate inserire negli atti giudiziari che, nel momento in cui vengono consegnati alle parti coinvolte nell'indagine, diventano di fatto pubblici. Per spiegare meglio ciò di cui stiamo parlando anche a chi non è esperto della materia, ricorrerò a un esempio concreto: lo scandalo Mose. Un'inchiesta che ha portato in carcere politici di primo piano, alti ufficiali, manager. Per scoperchiare e far emergere la rete di interessi e di corruzioni che era cresciuta all'ombra delle dighe per salvare Venezia, magistrati e forze dell'ordine hanno indagato a lungo facendo anche un largo uso di intercettazioni telefoniche e ambientali. Com'è ovvio che sia, tantissime sono state le persone di cui gli inquirenti hanno ascoltato non solo le telefonante, ma anche le conversazioni in ristoranti o uffici, dove a loro insaputa erano state collocate le cimici. Ebbene pochissime e tutte di evidente importanza giudiziaria sono state però le intercettazioni telefoniche finite negli atti dello scandalo Mose e poi sui giornali. Una delle più importanti inchieste sui rapporti tra politica e affari degli ultimi decenni, è stata dunque realizzata e portata a termine con successo, individuando cioè i colpevoli e recuperando ingenti somme, senza che stampa e tv siano state invase da paginate di intercettazioni di scarsa o nessuna rilevanza penale o che coinvolgessero persone non indagate. Se è stato possibile con il Mose perché non è stato fatto e non si può fare con tante altre inchieste?
 

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