Integrazione non è sinonimo di passiva accettazione. Chi pensa di educare i bambini con la violenza è fuori legge

Venerdì 4 Ottobre 2019
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Caro direttore, 
umana pietà per quella donna completamente velata di nero che si scherma per non farsi vedere dal vostro giornalista che la interroga, tramite l'interprete, sul marito, l'imam bengalese di Padova, accusato di insegnare ai bambini il Corano con urla botte e minacce. Cosa vogliamo che dica? Che il marito è un islamico fanatico? Dice che il marito - poco più che ventenne come lei - è un uomo buono , che non fa male a nessuno.Chi fa da interprete, padre di famiglia mussulmano e bengalese anche lui, conferma: vedete, quanto è buono il nostro imam, pure la moglie lo conferma!...Ora, mi chiedo: il fatto solo di vedere quella donna infagottata con neanche un decimo della faccia non coperta, non è già la dimostrazione di un abuso, che la dice lunga su quanto certe persone arrivate nel nostro Paese siano ben lontane dall'idea del rispetto della persona e della parità dei sessi sancito dalla nostra costituzione ? E le femministe così sensibili al minimo accenno di abuso e sopraffazione maschile ( vedi il me#too), come mai non esprimono la loro indignazione di fronte a questi abusi? L'Islam che ci siamo portati in casa, non merita, credo, l'attenzione compiacente della sinistra multiculturale e del mondo cattolico solidale, ma necessita di fermi distinguo e di coraggiose prese di distanza, se non vogliamo buttare a mare tre secoli d'illuminismo e di conquiste democratiche.


Riccardo Gut
San Donà di Piave 


Caro lettore, 
proprio perchè siamo figli dell'illuminismo abbiamo il dovere di saper distinguere e di non indulgere in facili generalizzazioni. Il mondo musulmano è una realtà complessa, con molte differenziazioni al proprio interno. Ma esiste chiaramente un problema. Ci sono stranieri di fede islamica che vivono e lavorano in Italia, che si sentono titolari di diritti ma assai meno di doveri. E il primo dovere è il rispetto delle leggi. Educare bambini con i metodi dell'imam di Padova è semplicemente illegale. Non esiste alcuna giustificazione nè culturale nè religiosa che possa legittimare certi atteggiamenti violenti. Se talune pratiche sono abituali in altri Paesi e in altre culture, non significa proprio nulla: in Italia non lo sono e non lo possono essere. E chi le pratica va fermato e perseguito secondo quanto prevede il nostro codice penale. Nessuno vieta a nessuno di seguire i precetti dell'Islam, ma tutto ciò deve avvenire nel rispetto del nostro Paese, delle sue norme, delle sue tradizioni e delle sue consuetudini. L'integrazione è questa, non è la passiva accettazione di tutto e di tutti. Per affermare la nostra idea di società libera e aperta nel corso dei secoli sono state combattute battaglie ideali e guerre vere. Molto c'è ancora da fare. Ma abbiamo il dovere di difendere queste conquiste. Senza arroganza, ma con grande fermezza. Anche nell'interesse di tanti, uomini e donne, che hanno scelto di vivere nei nostri Paesi.
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