Giocatori inginocchiati? Il gesto di una giusta battaglia in Italia è diventato un caso fortemente divisivo

Mercoledì 30 Giugno 2021
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Gentile direttore,
vorrei formulare un invito ad Enrico Letta, a tutti quei giornalisti ed intellettuali di sinistra, sensibili alle giuste istanze del Black Lives Matter, ad adoperarsi affinché i giocatori della Nazionale di calcio e, perché no, anche di squadre di altri sport si inginocchino prima di ogni gara per protestare anche contro la violazione dei diritti umani in atto in molti Paesi comunisti.

Giannino Furlanetto
Torre di Mosto (Ve)


Caro lettore,
ho già detto cosa penso su questa vicenda: mi sembra che dietro le pressioni verso i giocatori della Nazionale perché si inginocchino, ci sia una buona dose di ipocrisia, molto conformismo e anche un atteggiamento vagamente ricattatorio. Non solo: in Italia questa vicenda è stata caricata di un valore politico tale da trasformare un gesto che doveva accomunare tutti in una giusta battaglia in un caso dal valore fortemente divisivo. Del resto: se il segretario di un partito mi intima di inginocchiarmi e io non ho alcuna simpatia per quel partito e quel segretario, dovrei comunque inginocchiarmi altrimenti vengo additato come razzista? Non solo. Qualcuno potrebbe giustamente chiedersi perché altre battaglie di civiltà non hanno suscitato tanto clamore e richiesto prese di posizione non dico da parte di sportivi ma almeno della politica e dei commentatori militanti.
Ne ricordo uno solo: nei giorni scorsi è stato chiuso dalle autorità cinesi l'ultimo quotidiano democratico di Hong Kong.

Un fatto gravissimo che avrebbe dovuto scuotere le coscienze di tutti i democratici. Non mi pare invece di aver ascoltato grandi proteste né di aver ascoltato troppe reazioni indignate. Non dico che bisogna inginocchiarsi per questo. Bastava pronunciare qualche chiara e inequivocabile parola.

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