A proposito dell'incoronazione di Carlo III: lunga vita al re. Ma senza nessuna invidia nè nostalgia

Martedì 9 Maggio 2023

Caro Direttore,
alla luce della grande adesione di cittadini in Inghilterra come in molti paesi del mondo dove c'è l'Istituto Monarchico, è importante chiarire che le Monarchie costituzionali assolvono l'importante compito di rappresentare una nazione al di là e al di sopra di ogni divisione politica.
È proprio in virtù di questa funzione rappresentativa che l'Istituto Monarchico trae la propria forza e la sua autorevolezza. Questo consente alla Monarchia e al Re di saldare le diverse anime di una nazione e di essere un concreto simbolo di unità. Il Re assolve all'importante compito di tenere unita una Nazione, al di là di ogni credo politico.
A questo compito il Re è educato fin dalla nascita. Il Re non può e non deve essere un politico; da questo fatto trae la propria forza rappresentativa.

Aldo Sisto
Mestre


Caro lettore,
forse il grande clamore mediatico con cui è stata celebrata l'incoronazione di Carlo III e il consenso e l'affetto popolare di cui indubbiamente continua a godere in Gran Bretagna la casa regnante, ha suscitato in qualcuno anche in Italia vaghe nostalgie per la monarchia. Ma mi permetta di farle notare che non è affatto necessaria la presenza di un re o di una regina, per garantire l'unità, formale e sostanziale, di un paese, né per saldare le diverse anime di una nazione. Né l'istituto monarchico rappresenta una garanzia in tal senso, come purtroppo ha dimostrato la storia del Novecento nel nostro paese. Non solo: la forza rappresentativa non può derivare da un diritto dinastico, ma deve essere il risultato dell'autorevolezza che si è in grado di esprimere e dalla capacità di esercitare una leadership riconosciuta dal popolo non ad esso imposta. Legittimamente alcune nazioni europee hanno scelto di continuare ad avere un re e di essere monarchie costituzionali.
Ma, a parte il ruolo e il peso politicamente e istituzionalmente ininfluente assunto ormai da alcune di queste dinastie reali, ciò è avvenuto soprattutto in virtù della funzione che queste case regnanti e i loro esponenti hanno avuto e hanno saputo avere nella storia dei loro paesi.

Per questa stessa ragione, al di là di ogni convinzione politica, per la stragrande maggioranza degli italiani è difficilmente concepibile ed immaginabile identificarsi con un re o con una dinastia o essere rappresentati da essa. Perché l'unica casa regnante della nostra storia è durata appena tre generazioni e mezza, cioè meno di un secolo, e perché viene ricordata più per le sue colpe e la sua tragica ignavia nei confronti del fascismo, che per il ruolo avuto nell'epopea risorgimentale. Dunque lunga vita a Carlo III, ma senza alcuna invidia né nostalgia.

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