Bullismo, la severità serve ma non basta

Venerdì 19 Maggio 2017
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Egregio direttore, 
recentemente il Parlamento, dopo circa tre anni, ha varato la legge per combattere il cyberbullismo ritenuto il fenomeno sociale più pericoloso del nostro tempo con una serie di misure atte a contrastarlo efficacemente. I casi di bullismo, secondo il mio parere, avvengono sia via telematica che diretti tra gli adolescenti e quindi le misure contenute nella legge si riferiscono solo ad episodi che si verificano attraverso i Social Network ecc., ed i relativi provvedimenti nei confronti degli autori, sono decisamente inefficaci in relazione al danno causato. Sono personalmente dell'avviso che per debellare questo fenomeno molto grave, occorra primo di tutto rendere imputabile per qualsiasi reato, anche i ragazzi di età dai 12 a 14 anni perché non è ammissibile che un ragazzo di questa fascia di età che commette volutamente un fatto grave, venga graziato e consegnato alla propria famiglia senza subire alcuna conseguenza. 


Pietro Siciliano
Orsago(TV)


Caro lettore,
lei ha ragione sulla severità delle pene per chi, indipendentemente dall'età, commette atti di bullismo informatico o meno. Tuttavia mai come in questo caso è soprattutto importante prevenire ed evitare che chi è vittima di vessazioni e sopraffazioni mediti o attui scelte tragiche. Occorre spiegare e convincere le giovani vittime di bullismo a non chiudersi in se stessi, a parlare, a rivelare le proprie sofferenze. E chi li ascolta non deve sottovalutare parole e confessioni: spesso quello che viene rivelato, con sofferenza e difficoltà, è solo la punta dell'iceberg di un disagio più profondo e devastante. Un'indagine condotta a livello europeo ha fatto emergere che in Italia il 15% dei ragazzi è stato oggetto di atti di bullismo o di cyberbullismo: si va dalle offese perpetrate o veri e propri atti di violenza. Ma solo una piccola parte di questi ragazzi ha trovato il coraggio o il modo di denunciare quanto era accaduto. Durezza e severità contro i bulli sono necessarie. Ma lo è ancora di più creare, prima di tutto dentro le famiglie e le scuole, le condizioni per cui le vittime del bullismo non abbiano paura o non si vergognino a confessare abusi e vessazioni.
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