La guerra ha dato nuovi spazi di manovra a un leader spregiudicato come Erdogan. E i curdi ne pagano il prezzo

Domenica 10 Luglio 2022
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Egregio Direttore,

sicuramente non mi pubblicherà mai: ma la risposta al signor Panfilo è il massimo dello squallore intellettuale. Lei dimostra totale disinformazione sul popolo Kurdo. I Kurdi noi paesi occidentali e democratici li abbiamo usati per eliminare gli integralisti dell'ISIS e questo è il nostro ringraziamento. Inoltre si denota in lei la non conoscenza della Deputata Svedese di origine Kurda. Si legga attentamente cosa ha detto. Ripeto: mai letto tanta ignoranza in una risposta.

Omero Terrin

Venezia

Caro lettore,non posso non apprezzare ( mi perdonerà l'ironia) la compostezza, il senso della misura e l'attitudine al confronto civile e democratico che, con tutta evidenza, caratterizzano le sue poche ma significative righe. Avvolto nel turbinio delle sue granitiche certezze, mi pare che lei semplicemente non abbia compreso il senso della mia risposta. Colpa mia, certamente. Cercherò quindi di essere più chiaro, anche se temo che difficilmente riuscirò a convincerla di non essere il solo depositario della verità in materia. Non ho affatto difeso i termini delle concessioni fatte alla Turchia sulla questione curda. Anzi ho dato anche conto delle critiche e delle legittime preoccupazioni delle comunità curde svedesi e finlandesi e non credo che per farlo fosse necessario citare le parole della deputata curdo-svedese Amineh Kakabaveh. Ho invece cercato di dare una risposta a una domanda: come mai anche due paesi come la Svezia e la Finlandia, da sempre in prima linea nella accoglienza dei dissidenti curdi e nella difesa dei loro diritti al punto da avere anche rappresentanti di questa comunità nel loro Parlamento, hanno accettato di sottoscrivere un accordo che avvalla alcune delle richieste del leader turco Erdogan, da sempre nemico acerrimo dei curdi e determinato a impedire in ogni modo che abbiano una loro terra? Perché anche due nazioni esempio di tolleranza e di accoglienza si sono piegate alle richieste anti-curde del rais turco pur di entrare a far parte della Nato? La mia risposta, ovviamente opinabile, è che la guerra scatenata da Putin e la sua strategia imperiale anti-occidentale hanno cambiato radicalmente gli equilibri internazionali e i termini del gioco. Da un lato hanno costretto anche paesi non allineati come la Svezia e la Finlandia a chiedere la copertura della Nato, dall'altro hanno offerto nuovo spazi di manovra a leader spregiudicati e autocratici come Erdogan. In un contesto di questo tipo a pagare il conto più alto rischiano di essere le realtà più deboli, come appunto sta accadendo per la comunità curda da tempo nel mirino della Turchia. Affermare questo non significa condividere le scelte fatte, ma prendere atto di una situazione e riflettere sulle conseguenze che, a tanti livelli, sta avendo la scellerata strategia di Putin. Può darsi che per lei questo modo di ragionare sia un esempio di squallore intellettuale. A me pare solo un tentativo di capire, senza presunzione e superando facili schematismi, ciò che accadendo. Ma temo che a lei questo interessi assai poco.

 

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