I social amplificano la sfiducia, ma le cause scatenanti sono altrove e dopo il Covid sarà necessario scoprirle

Domenica 17 Ottobre 2021
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Caro Direttore,
venerdi ero seduto in un bar in piazza Ferretto a Mestre con mia moglie in carrozzina, ci godevamo la splendida giornata di sole e vedevamo via via formarsi un assembramento di persone che diventa in breve una piccola folla. Da un palco improvvisato inizia a parlare una signora, poi una seconda che illustrano in modo e toni abbastanza contenuti i motivi per cui dobbiamo contestare il green pass. Usavano i consueti slogan, governo autoritario, preclusione di ogni libertà, necessità di tamponi gratuiti per chi non si vaccina e altri ben noti. Concetti comunque che a chi proviene dagli ultimi vent'anni dell'altro secolo e come tale considera sacri i vaccini, appaiono assurdi, del tutto infondati, fuori da ogni logica. È grazie al vaccino non potranno negarlo gli attuali no vax - che sono scomparse nel mondo altre temibili malattie, il vaiolo, il colera, mentre per la poliomielite, altra diffusa minaccia anche questa soprattutto per i bambini, è prossimo l'annuncio della completa eradicazione mondiale. Da parte mia non riesco a capacitarmi, per me rimarrà sempre un mistero come anche persone di mente aperta, colte, cioè che conoscano i fondamenti di tutto ciò che è importante nella vita, stiano cedendo e in modo anche violento ai loro veri o presunti idealismi oppure, forse più di questi, alle diffuse fake news dei social network. Quel che è scientificamente assodato comunque è che procurano danni non solo a sé stessi, ma soprattutto agli altri.
Luciano Tempestini

Caro lettore,
credo che lei sia in buona compagnia.

A molti di noi in questi mesi è capitato di chiedersi come sia possibile che le posizioni negazioniste abbiamo fatto breccia in una fascia che rappresenta almeno il 10% della popolazione. Tanti di noi, con grande sorpresa e non poco imbarazzo, si sono trovati ad ascoltare qualche amico o conoscente declamare convinto le tesi care ai no vax. Il Covid? È un'invenzione delle multinazionali. I vaccini? Chissà cosa non ci hanno detto: io comunque non mi fido e non lo faccio. La campagna vaccinale? Una sperimentazione di massa. Il green pass? Uno strumento liberticida e anti costituzionale, da dittatura strisciante. E chi osa mettere in discussione queste granitiche certezze è un servo del potere o uno stolto preda delle big pharma. Opporre a tali tesi le evidenze e i dati scientifici è quasi sempre del tutto inutile: il pensiero no vax si nutre di concetti e convinzioni incrollabili e inossidabili. E forse sta proprio in questo la sua forza, la sua capacità persuasiva. In una stagione di grandi incertezze, di fronte alla crescente precarietà e a un nemico misterioso e imprevisto come il Covid, una parte della popolazione, del tutto minoritaria ma comunque significativa, ha scelto di rifugiarsi nella negazione. In un no rassicurante. Senza se e senza ma. Per costoro il Covid, e tutto quello che ne consegue, è un'invenzione. Un grande inganno ordito da più o meno misteriosi poteri forti. Ma c'è un altro elemento che questo clima fa emergere: la sfiducia. Uno dei grandi malesseri della nostra società. E che ormai pervade ogni campo. Non più solo la politica o le istituzioni ma anche, come abbiamo visto, la scienza. Un sentimento sempre più diffuso e di cui i social sono una formidabile cassa di risonanza. Ma le cause scatenanti stanno altrove. E su questo, passata la stagione del Covid, sarà utile a molti livelli riflettere e interrogarsi.

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