Caro direttore,
quella del pass vaccinale per poter entrare nei locali pubblici, salire sui mezzi di trasporto e partecipare agli eventi mi pare una proposta di assoluto buon senso. Se attuata permetterebbe a tutte le attività, discoteche comprese, di operare in sicurezza. Se non si vuole rendere obbligatoria la profilassi, chi non è disposto a immunizzarsi credo sia giustissimo ne subisca le conseguenze, cioè le limitazioni alla sua vita sociale per tutelare la salute pubblica e magari l'addebito delle spese di cura se si ammalasse di covid.
Mauro Cicero
Mogliano Veneto (Treviso)
Caro lettore,
ha usato la parola giusta: buon senso.
Quella di rendere obbligatorio il green pass per avere acceso ai luoghi pubblici è proprio una decisione che, se verrà assunta, si ispira a questo. Non è una scelta ideologica o dettata da volontà punitive. Ma dall'esigenza di proteggere il più possibile tutti. Naturalmente mi sono ben chiare le controindicazioni che una norma di questo tipo può sollevare. Ma purtroppo questa non è una materia in cui ci possono essere vie di mezzo: o si è d'accordo o non lo si è. Certamente da molti l'obbligo di green pass sarà vissuto come una limitazione della libertà personale o come un'intollerabile intromissione nella sfera delle scelte personali. Non sono critiche del tutto fuori luogo. Ma ci sono alcuni dati che devono far riflettere e che spiegano molto più di tanti discorsi. Ne ricordo uno: l'altro ieri in Veneto dopo parecchio tempo sono stati ricoverati in terapia intensiva tre persone contagiate dal Covid. Si tratta di 3 cinquantenni. E, guarda caso, nessuno di loro era vaccinato.