Caro direttore,
nel suo ultimo saggio Dieci cose che ho imparato Piero Angela ci ricordava le caratteristiche politiche che doveva avere un candidato politico nel Venezuela ante la dittatura Chavez prima e poi di Maduro. Gli elettori avrebbero chiesto il suo curriculum e cosa avesse fatto prima di candidarsi. Quali studi compiuti e quali le sue competenze. Cosa era stato scritto di lui in passato. Cosa lui stesso avesse scritto. Eccetera. Il merito era alla base di tutto. Una lunga premessa per dire che a primavera 2023 ben 49 comuni del Veneto su 563 andranno al voto. Ci saranno qualche centinaio di candidati sindaco, un migliaio di consiglieri comunali. A pochi mesi dal voto, oggi è tutto un florilegio di nomi e alleanze. Pochi e generici i progetti di lungo respiro e altrettanto scarse le informazioni sui futuri governanti del territorio che a mio avviso dovrebbero avere tutti una indispensabile formazione economica, legale, fiscale, ecologica e storica. Fa amaramente sorridere l'idea che i candidati storici del Venezuela venivano messi sulla graticola mentre oggi ci accontentiamo che i nostri candidati non abbiano vertenze in corso con la legge e siano onesti accettando l'esperienza come opzione non indispensabile. Ne consegue che il nostro tenore di vita non sarà affidato alla più razionale intelligenza ma a praticoni che potrebbero rivelarsi incompetenti pur dotati di onestà.
Oscar De Gasperi
Caro lettore,
non sono un profondo conoscitore della storia e degli usi politici del Venezuela.