Per governare l'onestà e la competenza sono qualità fondamentali. Ma non bastano

Mercoledì 8 Febbraio 2023

Caro direttore,
nel suo ultimo saggio Dieci cose che ho imparato Piero Angela ci ricordava le caratteristiche politiche che doveva avere un candidato politico nel Venezuela ante la dittatura Chavez prima e poi di Maduro. Gli elettori avrebbero chiesto il suo curriculum e cosa avesse fatto prima di candidarsi. Quali studi compiuti e quali le sue competenze. Cosa era stato scritto di lui in passato. Cosa lui stesso avesse scritto. Eccetera. Il merito era alla base di tutto. Una lunga premessa per dire che a primavera 2023 ben 49 comuni del Veneto su 563 andranno al voto. Ci saranno qualche centinaio di candidati sindaco, un migliaio di consiglieri comunali. A pochi mesi dal voto, oggi è tutto un florilegio di nomi e alleanze. Pochi e generici i progetti di lungo respiro e altrettanto scarse le informazioni sui futuri governanti del territorio che a mio avviso dovrebbero avere tutti una indispensabile formazione economica, legale, fiscale, ecologica e storica. Fa amaramente sorridere l'idea che i candidati storici del Venezuela venivano messi sulla graticola mentre oggi ci accontentiamo che i nostri candidati non abbiano vertenze in corso con la legge e siano onesti accettando l'esperienza come opzione non indispensabile. Ne consegue che il nostro tenore di vita non sarà affidato alla più razionale intelligenza ma a praticoni che potrebbero rivelarsi incompetenti pur dotati di onestà.


Oscar De Gasperi


Caro lettore,
non sono un profondo conoscitore della storia e degli usi politici del Venezuela.

Ma, con buona pace di Piero Angela, ho l'impressione che il riferimento al sistema di selezione della classe dirigente in vigore nel paese sudamericano non sia dei più efficaci, visto che ha comunque consentito nel 1998 l'elezione di Hugo Chavez. Non solo. Applicando quelle regole o quelle che lei indica doti necessarie per un uomo di governo, probabilmente il filologo Alcide De Gasperi non sarebbe mai diventato presidente del Consiglio nè l'attore e sindacalista di Hollywood Donald Reagan sarebbe mai entrato alla Casa Bianca. Non mi fraintenda: ciò non significa che la competenza di chi governa non sia importante. Anzi: è determinante. Ma il curriculum non basta. In Italia l'ascesa dell'uomo qualunque, dell'uno vale uno, teorizzata e praticata dal M5s (ma non solo) ha prodotto un paradosso. Non ha affatto garantito più democrazia e ha invece assicurato maggiore potere ai tecnocrati e ai non eletti. Alcuni si sono rivelati eccellenti uomini di governo, molti altri hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza al ruolo. Perché per governare servono certamente onestà e competenza. Ma questi sono solo, o meglio dovrebbero essere, i prerequisiti. Poi c'è la politica. Che significa idee, identità, capacità di visione e di mediazione, intuito, equilibro e raccolta del consenso. E la scelta di chi ha o non ha queste qualità è nostra. Di noi cittadini. Non può dipendere da un questionario. Magari in salsa venezuelana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci