Caro direttore,
ho letto sentenze alquanto affrettate nei confronti degli abitanti di Gorino. Certo che con quello che è emerso hanno sbagliato, ma quanti di quelli che accusano erano a conoscenza del fatto che c'erano solo donne, una delle quali incinta? Non sarebbe stato più corretto informare gli abitanti che sarebbero arrivati dei profughi e che fra di loro c'erano solo donne e bambini? Come possiamo giudicare un comportamento con conoscenze a posteriori?. Chi sa quanti ne arriveranno ancora e quanti ne dovremo ancora ospitare se non lo sa nemmeno il governo o il ministro dell'Interno?
E allora prima di sparare sentenze impariamo a riflettere: ci renderemo conto che non sono poi così razzisti gli abitanti di Gorino e che magari noi tutti avremmo il diritto di saperne di più visto anche che vivranno in mezzo a noi e li dobbiamo mantenere. Allora signori chi ha sbagliato di più, la prefettura o gli abitanti di Gorino, o chi continua a tenerci all'oscuro di tutto e non ha un programma per il futuro?
Comunque io credo nell'accoglienza di chi ha bisogno, molto meno di quella dei furbetti.
E lasciate stare la religione. Ricordate sempre che il nostro Gesù ha detto chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Franco Dani
Silea (Treviso)
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Caro lettore,
sulla protesta contro l'arrivo di un gruppo di migranti a Gorino si sono dette e scritte molte cose. In larga parte sbagliate, banali o dettate da superficialità. Qualcuno ha anche affermato che «Gorino non è Italia». Non è così. Gorino è Italia. Un'Italia che non capisce quale sarà il suo futuro. Un'Italia che, di fronte ai flussi migratori che portano centinaia di migliaia di persone nel nostro Paese, assiste, sgomenta e indignata, agli includenti balletti europei. Un'Italia che si domanda come potremo accogliere sempre tutto e tutti.
Ecco, un'Italia così disorientata può, istintivamente, reagire anche come gli abitanti di Gorino. E chi non lo capisce, temo, abbia urgentemente bisogno di un sano bagno nella realtà quotidiana dei nostri paesi e delle nostre città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA ho letto sentenze alquanto affrettate nei confronti degli abitanti di Gorino. Certo che con quello che è emerso hanno sbagliato, ma quanti di quelli che accusano erano a conoscenza del fatto che c'erano solo donne, una delle quali incinta? Non sarebbe stato più corretto informare gli abitanti che sarebbero arrivati dei profughi e che fra di loro c'erano solo donne e bambini? Come possiamo giudicare un comportamento con conoscenze a posteriori?. Chi sa quanti ne arriveranno ancora e quanti ne dovremo ancora ospitare se non lo sa nemmeno il governo o il ministro dell'Interno?
E allora prima di sparare sentenze impariamo a riflettere: ci renderemo conto che non sono poi così razzisti gli abitanti di Gorino e che magari noi tutti avremmo il diritto di saperne di più visto anche che vivranno in mezzo a noi e li dobbiamo mantenere. Allora signori chi ha sbagliato di più, la prefettura o gli abitanti di Gorino, o chi continua a tenerci all'oscuro di tutto e non ha un programma per il futuro?
Comunque io credo nell'accoglienza di chi ha bisogno, molto meno di quella dei furbetti.
E lasciate stare la religione. Ricordate sempre che il nostro Gesù ha detto chi è senza peccato scagli la prima pietra!
Franco Dani
Silea (Treviso)
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Caro lettore,
sulla protesta contro l'arrivo di un gruppo di migranti a Gorino si sono dette e scritte molte cose. In larga parte sbagliate, banali o dettate da superficialità. Qualcuno ha anche affermato che «Gorino non è Italia». Non è così. Gorino è Italia. Un'Italia che non capisce quale sarà il suo futuro. Un'Italia che, di fronte ai flussi migratori che portano centinaia di migliaia di persone nel nostro Paese, assiste, sgomenta e indignata, agli includenti balletti europei. Un'Italia che si domanda come potremo accogliere sempre tutto e tutti.
Ecco, un'Italia così disorientata può, istintivamente, reagire anche come gli abitanti di Gorino. E chi non lo capisce, temo, abbia urgentemente bisogno di un sano bagno nella realtà quotidiana dei nostri paesi e delle nostre città.