La satira è sempre meglio della censura, va difesa anche quando è dozzinale e troppo partigiana

Sabato 2 Febbraio 2019
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Caro direttore,
mi associo a quanto ha scritto il signor Gerardo. La satira è una pratica divertente ma quando sconfina in becera diffamazione, faziosa ricostruzione o peggio invenzione atta solo a screditare, non è più divertente. Non solo: alimenta la contrapposizione, diventa combustibile per le divisioni ideologiche e nuoce gravemente alla pace sociale. Fare satira come ha fatto Crozza, che spesso mi fa ridere intendiamoci, o come Giovanni del celebre Trio nella trasmissione di Celentano, è pericoloso, non è utile al processo di discussione sui temi scottanti, anzi esaspera gli animi e instilla odio divisivo. Paragonare un cambio di destinazione per motivi di ordine pubblico e sanitario di qualche centinaio di immigrati ben assistiti prima durante e dopo, alle deportazioni naziste, significa essere disonesti intellettualmente. La loro strategia è chiara, alimentare odio verso gli avversari, non accettare le regole democratiche ( chi vince le elezioni ha il diritto di attuare le promesse elettorali...), alzare la tensione per portare il paese ad uno scontro che potrebbe sfociare in azioni molto violente.
Claudio Scandola


Caro lettore,
non esiste una satira utile e una satira pericolosa che mina la pace sociale. C'è una satira che fa ridere e pensare, che stimola, magari in modo crudele e brutale, a guardare dentro se stessi e a quello che ci circonda. E c'è invece una satira scadente, furba e cialtrona. Furore ideologico e partigiano declinato in facile umorismo. Ma non c'è ragione per temere una satira di questo tipo: è inconcludente ed inefficace. Dura al massimo lo spazio di una stagione politica e strappa sorrisi e applausi esclusivamente a coloro che apprezzano la satira solo se è rivolta contro i propri nemici. Non vale la pena di attribuirle troppa importanza. Nè deve essere imbavagliata. La satira è, per definizione, senza regole e senza confini. Anche quando è dozzinale ed eccessiva. Può piacere o non piacere, far divertire o arrabbiare, ma è sempre preferibile alla censura. «La satira», diceva un grande vignettista come Giorgio Forattini, «è la più alta espressione di libertà e democrazia». Nonostante tutto, ha ragione.
Ultimo aggiornamento: 14:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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