Speriamo che con il ponte Morandi non sia crollato anche il buon senso e quel poco di cultura di mercato

Domenica 19 Agosto 2018
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Egregio direttore, l'ipotesi prospettata di revoca della Concessione ad Autostrade é una risposta di pancia ad un problema concreto e ben più ampio, con altissime probabilità di sconfitta e/o di un danno ulteriore per le casse statali. Occorre considerare che la concessione, in particolare se relativa ad una opera pubblica soggetta a manutenzioni, innovazioni, adeguamenti tecnici e funzionali, si sostanzia in un rapporto - di fatto - sinallagmatico tra concedente e concessionario posto che alla prima nel tempo - comunque - rimane un obbligo di vigilanza a tutela del bene pubblico. Nel verificare la sussistenza dei presupposti per la revoca si dovrà riesaminare la storia del rapporto a partire dallo stato di consistenza (sarà stato fatto ?) in sede di avvio della concessione e poi via via nel tempo le attività di manutenzione, adeguamento, ... effettuate. Siamo sicuri che il concedente che oggi minaccia la revoca può stare tranquillo? Tutto certificato? Tutto controllato? Tutto verificato? Il rischio, é bene ricordare, non sta nella sconfitta ma nel trovarsi a ripagare a titolo di danno emergente e lucro cessante la concessionaria uscente, come se tutto fosse stato in perfetto stato. 

Gianandrea Todesco

Caro lettore, 
come ho già avuto modo di scrivere la scelta del governo di procedere alla revoca immediata della concessione non mi convince. Mi sembra una scelta affrettata e dettata non tanto dall'esigenza di fare chiarezza su responsabilità, errori e mancati controlli, quanto piuttosto dall'esigenza di dare in pasto all'opinione pubblica un presunto colpevole del disastro, ossia la società Autostrade controllata dalla famiglia Benetton. Vedremo cosa accadrà davvero, non vorrei che, passati i giorni più caldi, il governo fosse costretto alla retromarcia di fronte al rischio di dover pagare ingenti penali per la disdetta della concessione. Ancora più perplesso mi lasciano però alcuni discorsi ascoltati dopo la strage, sugli stop alle privatizzazioni e sulla necessità che lo Stato torni proprietario di infrastrutture e quant'altro. Come se lo Stato in Italia fosse garanzia di efficienza, controlli e buona manutenzione. Vogliamo scherzare? Il disastro di Genova ha fatto decine di vittime che attendono giustizia e verità. Speriamo che con il ponte Morandi non sia crollato anche il buon senso e quel poco di cultura di mercato introdotta in Italia negli ultimi anni.
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