Negazionisti e riduzionisti sulle foibe dimostrano l'incapacità di fare i conti fino in fondo con la Storia

Venerdì 8 Febbraio 2019
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Egregio direttore,
si avvicina il Giorno del Ricordo e inevitabilmente si innescano le polemiche e le prese di posizione, in parte rispettose della verità, in parte no. Una cosa credo si possa comunque dire con certezza, non esiste negazionismo sulla tragedia delle foibe. Qualcosa però è cambiato negli ultimi anni sulla valutazione di quanto accaduto sul fronte orientale e in particolare in Istria. La giovane storiografia non parla più di pulizia etnica ma di resa dei conti, sulla base della ricerca storica che ha approfondito e portato alla luce quanto accaduto in Slovenia e in Croazia nel corso della seconda guerra mondiale. Mi riferisco ai crimini commessi dalle truppe italiane che hanno causato la morte di centinaia di migliaia di persone, la distruzione di interi villaggi e la deportazione di vecchi, donne e bambini nei campi di concentramento per slavi dove hanno trovato la morte migliaia di innocenti. E nonostante ciò, il generale Robotti ebbe a scrivere in una famosa circolare inviata agli ufficiali superiori di tutte le divisioni operanti in Slovenia e Croazia: Si ammazza troppo poco. Per concludere è giusto che la Rai proietti il film Rosso Istria sulle foibe ma vale la pena ricordare che la stessa Rai ha acquistato il documentario della BBC Il retaggio del fascismo sui crimini commessi dai soldati italiani in Etiopia, Grecia e Jugoslavia con il solo scopo di non mandarlo in onda. Le giovani generazioni non avrebbero forse il diritto di conoscere anche questo aspetto della realtà?
Costantino Di Paola


Caro lettore,
non sono così convinto che non esista più negazionismo sulle foibe. O meglio: dopo anni di silenzi e dopo l'emergenza di prove inoppugnabili, anche i sostenitori della teoria che le foibe erano un'invenzione o un falso storico inventato da qualcuno che aveva come unico obiettivo quello di screditare i partigiani comunisti, hanno dovuto rassegnarsi ed ammettere le atrocità che sono state compiute nei territori della ex Jugoslavia. Al negazionismo si è però sostituito il riduzionismo. Cioè il tentativo, alimentato da ricerche storiche, di minimizzare il numero delle vittime delle foibe (riducendo quindi l'importanza e il valore del fenomeno) o quello di giustificare le foibe come una reazione, per quanto esecrabile e tragica, alle azioni compiute dai fascisti. In entrambi i casi mi sembra evidente il tentativo di assegnare alle foibe un ruolo minore e marginale in quella che è stata la storia degli anni finali del conflitto mondiale e della guerra di liberazione. Una operazione culturale che conferma l'incapacità di fare i conti fino in fondo con la Storia.
Ultimo aggiornamento: 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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