Caro Direttore,
dopo l'ansia, scongiuri ed esorcismi che hanno preceduto la finale di Euro 2020 finalmente ci siamo trasferiti col cuore a Londra: tifosi, fanatici ed anche appassionati delle grandi occasioni. Come nei precedenti gradini della competizione, la partita è sconfinata nei tempi supplementari e nei rigori. Parate ed errori hanno accresciuto la trepidazione di chi assisteva e poi finalmente la vittoria. Nessuno riusciva a frenare il proprio entusiasmo e via ad abbracci urla applausi. Quindi le premiazioni. La coppa, il premio per il quale si è combattuto e sofferto è stata postata su un piedistallo. Ai componenti della squadra perdente è stata messa al collo la medaglia e quasi tutti hanno provveduto a togliersela dopo qualche passo: a mio avviso pensavano non essersela meritata. E' toccato poi alla squadra italiana e tutti hanno baciato con sentimento la meritata medaglia. Via quindi ad altri abbracci anche con la squadra avversaria e fra i capitani. Ad un certo punto capitan Chiellini nota la coppa abbandonata, la va a prelevare e la fa circolare fra i compagni. Stupisce che gl'inglesi, eredi del regno d'Inghilterra nelle sue varie forme da un migliaio d'anni, ligi e rispettosi fino ad esserne succubi di regole etichetta e cerimoniali, non abbiano incaricato un rappresentante di censo la consegna della coppa, simbolo della competizione. Ci eravamo scandalizzati del leader turco che non aveva riservato una sedia alla rappresentante della Ue. Questo fatto mi sembra altrettanto offensivo.
Oscar Marcer
Caro lettore,
la vittoria degli Azzurri di Mancini ci ha restituito alcune importanti e positive consapevolezze.