Le insopportabili esibizioni di un condannato per stupro: abbia rispetto per il dolore che ha provocato

Sabato 10 Giugno 2023

Caro direttore,
ho appena terminato la lettura dell'articolo riguardante la vicenda che vede protagonista un giovane condannato in via definitiva a 6 anni di carcere per il reato di stupro e resto molto perplesso. Francamente trovo deplorevole offrire tanto spazio alla storia di colui che, ripeto, è stato condannato definitivamente per aver violentato una ragazzina di 15 anni. Il messaggio che fate passare sembra essere quello che in fondo il criminale è un bravo ragazzo che addirittura si presenta in anticipo al carcere di Bollate e ribadisce la propria innocenza, sottolineando la lentezza e i guasti della giustizia italiana ma comunque rispetta la sentenza e non si sottrae, come evidenzia nelle sue affermazioni. Ma se fossi il padre della vittima come dovrei sentirmi dopo la lettura dell'articolo? C'è qualcosa che mi sfugge, che non comprendo? Sinceramente sono confuso.


Aldo Barbieri


Caro lettore,
quando il direttore di un giornale riceve una mail come questa deve porsi qualche domanda.

Perché se, di fronte a una vicenda così dolorosa e drammatica, anche solo una persona viene colta dai dubbi e dalle perplessità che lei esterna, forse questo significa che non abbiamo fatto fino in fondo e nel migliore dei modi il nostro lavoro. E di ciò naturalmente la responsabilità è mia. Voglio quindi rassicurarla. Raccontando quanto è accaduto l'altro ieri fuori dal carcere di Bollate volevamo sottolineare l'insensato e intollerabile comportamento di cui si è reso protagonista un uomo condannato in via definitiva per un reato grave come lo stupro di una minorenne. Un ex pierre che, dopo aver commentato nei giorni scorsi la sua condanna a 6 anni con un post dall'osceno titolo "Chi mi ama, mi vendichi", non ha trovato di meglio da fare che esibirsi in una squallida sceneggiata. Si è presentato davanti alla struttura carceraria in cui nei prossimi giorni potrebbe essere rinchiuso, lamentandosi perché non veniva subito arrestato e accusando poi la giustizia e lo Stato di inefficienza e lentezza. Ovviamente documentando tutto via Internet. Un'inutile e ridicola provocazione. Sarebbe bastato che parlasse con il suo avvocato. Gli avrebbe spiegato che c'era una evidente ragione tecnica: occorrono alcuni giorni per l'esatto riconteggio della sua pena considerati il periodo di arresti domiciliari che ha già scontato. Poi verrà assegnato, come merita, alle patrie galere. Noi non siamo giudici. Ciascuno ha diritto di rivendicare la propria innocenza anche di fronte a una condanna in via definitiva. Ma crediamo che chi è stato riconosciuto colpevole di un reato così orrendo come lo stupro di una ragazzina dovrebbe astenersi da certe esternazioni. Per pudore e per rispetto verso chi ha subito violenza e patito tanto dolore. E se non è in grado di capirlo da solo, dovrebbero almeno provarlo a farglielo capire coloro che gli stanno vicino.

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