Sanremo è uno spettacolo, va visto e vissuto con distacco e leggerezza. E la necessaria dose di indifferenza

Venerdì 10 Febbraio 2023
Sanremo è uno spettacolo, va visto e vissuto con distacco e leggerezza. E la necessaria dose di indifferenza

Egregio direttore,
non so lei cosa ne pensa, ma io dopo aver visto la sfacciata e schieratissima performance, se così vogliamo definirla, di Fedez l'altra sera ho deciso che non guarderò più Sanremo. E aggiungo che come contribuente che paga il canone sono ancora più arrabbiato.


Costante Pavin


Caro lettore,
raramente per due giorni di seguito affronto in questa rubrica lo stesso argomento.

Lo faccio nel caso di Sanremo per le numerose lettere, spesso dai toni critici e polemici, che ci sono arrivate. Vengo alla sua protesta e alla sua decisione. Lei è naturalmente libero di guardare ciò che vuole alla televisione o anche di dedicarsi ad altro: le alternative non mancano. Mi lasci però dire che la miglior risposta che merita la patetica esibizione di Fedez è l'indifferenza. Perché tutto ciò che ha detto e fatto l'altra sera a Sanremo il marito di Chiara Ferragni sembrava dettato solo da una cosa: l'ossessione che il giorno dopo, e magari anche nei giorni a seguire, si parlasse di lui. O meglio: anche di lui. L'apice del ridicolo Fedez lo ha raggiunto alla fine, quando conclusa la sua canzone, si è sentito in dovere di spiegare che la Rai era all'oscuro di tutto: non conosceva il testo della canzone, non sapeva chi avrebbe attaccato o di chi avrebbe stracciato la foto. Che eroe! Che coraggio! Ma perché al Festival diamo voce alle donne iraniane quando già abbiamo Fedez? Un aspirante martire della libertà pronto ad immolarsi nientemeno che a Sanremo. Dietro lautissimo cachet naturalmente. La realtà è che dovremmo convincerci tutti, anche alcuni politici alla perenne ricerca di visibilità social, che il Festival non è altro che un gigantesco spettacolo. E va vissuto e visto con la leggerezza e il distacco necessari. Può divertire, annoiare, commuovere, far arrabbiare o anche indignare. Ma resta un cocktail televisivo che miscela gli ingredienti più diversi ed eterogenei con l'obiettivo principale di tenere incollati al video milioni di telespettatori. E visti i risultati, ci riesce piuttosto bene. Grazie alle canzoni, ma soprattutto a ciò che gli organizzatori hanno l'abilità di costruire intorno alla gara musicale. Con la furbizia e la spregiudicatezza necessarie. Che Fedez, nel timore forse di essere troppo oscurato dalla presenza della moglie, a Sanremo avrebbe cercato di fare il fenomeno era scontato. Come era prevedibile che Paola Egonu ribadisse le sue convinzioni sul fatto che l'Italia sia un paese razzista («ma sta migliorando», ci ha rassicurato). Ed era nell'ordine delle cose che qualche cantante, salito sul palco dell'Ariston, perdesse il controllo di sé e desse sfogo ai suoi istinti peggiori. Ma tutto questo fa spettacolo. Appunto.

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