Eutanasia e cannabis, ecco perché non c'è una legge: non esiste una maggioranza d'accordo su questi temi

Venerdì 17 Giugno 2022
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Gentile Direttore,
il fallimento dei cinque referendum ignorati dai cittadini il 12 giugno scorso costituisce una sonora bocciatura dei loro promotori, sia per l'astrusità tecnica dei quesiti, sia per l'uso improprio e demagogico del delicato strumento di democrazia popolare, sia, infine, per aver negato ai cittadini di potersi esprimere sui due referendum bocciati dalla Corte Costituzionale. Su invito dell'Associazione Luca Coscioni oltre 500 persone, tra cui io, si sono recate al seggio elettorale per far mettere a verbale al suo presidente una dichiarazione di protesta poiché non ci è stato consentito di votare i referendum in materia di eutanasia e di cannabis (pagine 73, 74 e 75 del Manuale di Seggio - Referendum popolari). Assodato che l'Associazione Luca Coscioni si riserva di fare ricorso alle giurisdizioni internazionali, vorrei invitare i parlamentari e le forze politiche a non camuffare la loro incapacità ad affrontare temi specifici con l'uso eccessivo e improprio dello strumento referendario. Che usino il loro tempo, profumatamente e indegnamente pagato, per legiferare sull'eutanasia, sullo ius soli , sui diritti e sulle libertà della persona, spesso conculcati e sacrificati ad una visione bacchettona della società.

Cosimo Moretti
Martellago

Caro lettore,
benché condivida il giudizio sull'eccessivo tecnicismo dei 5 quesiti referendari e sull'uso improprio che si fa di questo strumento, faccio invece fatica a comprendere perché mai i promotori dei 5 referendum sarebbero i responsabili anche della bocciatura di altri 2 referendum, quello sull'eutanasia e quello sulla cannabis.
Il no a questi quesiti è giunto dalla Corte costituzionale, non da partiti o movimenti. In ogni caso: è legittimo e condivisibile il suo appello ai parlamentari perché legiferino e non ricorrano furbescamente alla scorciatoia dei referendum. Ma se finora il Parlamento non ha legiferato su temi come l'eutanasia e lo ius soli o la cannabis è innanzitutto perché in parlamento, che è l'espressione del popolo, non c'è una maggioranza politica sufficientemente forte da votare e far votare provvedimenti e riforme su questi temi.
Si può essere d'accordo o meno con tutto ciò, può piacere o non piacere ma tra i diritti c'è anche quello di non condividere alcune visioni del mondo e della vita. Tanto i cittadini quanto i parlamentari sono liberi di avere le proprie convinzioni. Sta a chi la pensa diversamente da loro convincerli a cambiare opinione. Ed è meglio se ciò accade senza ricorrere a insulti o a sterili etichette.
 

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