L'Europa non presta soldi in maniera disinteressata. Ma l'Italia deve meritarsi la fiducia con progetti seri

Domenica 4 Ottobre 2020
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Caro Direttore,
viste le voci sempre più insistenti di un rinvio a tempi indeterminati dei fondi europei promessi all'Italia, viste le difficoltà semprè più numerose poste in atto da diversi Paesi della Comunità, vi è il pericolo che lo straordinario bottino evapori in parte consistente o del tutto? Vi è stato un vero amore per l'Italia, o piuttosto un'infatuazione passeggera ed interessata verso un governo maggiormente malleabile?


Luigi Floriani
Conegliano (Treviso)


Caro lettore,
l'Europa non è la San Vincenzo. Non fa carità in modo disinteressato. Concede prestiti in modo assolutamente interessato. E quasi sempre dopo lunghe e complesse discussioni. Nel nostro caso Bruxelles, sotto la spinta in particolare di Angela Merkel, ha deciso di mettere a disposizione dell'Italia una robusta dose di miliardi nella consapevolezza che se è vero che il nostro Paese ha bisogno dell'Europa, è altrettanto vero che anche l'Europa non può ignorare il peso dell'Italia e la necessità che la sua economia si riprenda, dopo l'emergenza Covid. Come sempre però ognuno è anche padrone del proprio destino. Portare a casa questi importantissimi soldi dipende anche da noi. Sappiamo bene che ci sono paesi dell'Unione che non aspettano altro che avere un pretesto per tagliare i finanziamenti all'Italia o magari per negarglieli. Proprio per questo dovremmo essere chiari, determinati e puntuali nel mettere a punto il nostro piano di investimenti da sottoporre all'Europa. La sensazione è che non stia succedendo questo. Nel governo esistono punti di vista molto diversi sugli interventi da realizzare e questo rallenta il processo decisionale. I rapporti dell'esecutivo con l'opposizione, da cui è difficile prescindere su un tema come questo, sono quasi inesistenti. Il partito di maggioranza relativa, M5S, sembra più concentrato sui propri dissidi interni che sul recovery fund. Di fronte a questa situazione è inevitabile che qualcuno in Europa cominci a innervosirsi e a porre ostacoli. È innanzitutto compito nostro evitare che ciò accada. L'occasione è storica perché 209 miliardi possono cambiare il destino e il futuro di un Paese. Sprecarla sarebbe un delitto.
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