La vergognosa motivazione con cui i giudici francesi hanno lasciato in libertà i terroristi italiani

Giovedì 30 Marzo 2023

Egregio direttore,

ancora una volta i nostri buoni cugini ci hanno dimostrato tutto il loro affetto. La decisione della Corte di Cassazione francese che ha confermato il rifiuto all'estradizione dei dieci assassini terroristi ex Br risulta, a dir poco, sconcertante e vergognosa. Mai come in questo caso possiamo ben affermare " Summum ius, summa iniuria", il massimo del diritto è il massimo dell'ingiustizia. I carnefici sono stati dipinti come ben inseriti nella società transalpina, con valido rapporto professionale oltre al fatto che giudicati in contumacia! Per le vittime dei loro gravissimi reati e per i loro familiari nessuna parola di pentimento o di cordoglio. In conclusione un vero e proprio obbrobrio giuridico. Non oso immaginare se fosse accaduto il contrario: i buoni cugini francesi avrebbero proclamato il boicottaggio totale verso l'Italia.

Vittorio De Marchi

Albignasego  (Pd)

Caro lettore,

forse sarò prevenuto, ma non ho mai creduto che la Francia avrebbe davvero riconsegnato all'Italia i terroristi a cui in questi anni ha concesso asilo e impunità.

Ero certo che alla fine un cavillo o un pretesto sarebbero stati trovati per perpetuare nei fatti la cosiddetta "dottrina Mitterand" ed evitare che i nostri combattenti per il comunismo pagassero per ciò che hanno commesso e per cui sono stati condannati dalla giustizia italiana. E infatti è arrivata la sentenza della Cassazione francese che ha confermato il rifiuto all'estradizione dei dieci terroristi. L'aspetto più sconcertante di questa brutta pagina di ingiustizia europea è la motivazione con cui i giudici transalpini hanno voluto sostenere la loro vergognosa decisione. Cito testualmente: «I rifugiati in Francia si sono costruiti da anni una situazione famigliare stabile () e quindi l'estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e famigliare». Proprio così. Poiché questi ex terroristi (generosamente definiti "rifugiati" dai giudici francesi, quasi fossero dei dissidenti in fuga da una dittatura), nel corso degli anni, si sono ricostruiti una vita e si sono ben ambientati in Francia a tal punto da avere una situazione "famigliare stabile", hanno "diritto" alla libertà e a non scontare nessuna pena per i reati commessi. Perché, spiegano da Parigi, sarebbe "un danno sproporzionato". Ma sproporzionato rispetto a cosa? Ai delitti orrendi che hanno compiuto? Al dolore immenso provocato alle famiglie a cui, in nome della loro follia ideologica, hanno tolto per sempre padri, mariti e figli? E questo persone non hanno anche loro dei "diritti? Evidentemente per i giudici francesi la risposta è no.

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