Letta ha puntato sul voto utile per limitare Renzi e Calenda: ma i sondaggi non lo premiano

Domenica 11 Settembre 2022
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Egregio direttore,
ancora una volta bisogna dare ragione a Matteo Renzi, il quale ha affermato che l'unico che sta facendo campagna elettorale per il centrodestra è Enrico Letta. Il quale teme di perdere le elezioni e ogni giorno la spara più grossa. Ma ormai i giochi sono fatti, meglio un profilo più basso ed evitare di demonizzare gli avversari.

Gabriele Salini


Caro lettore,
quando si parla di elezioni i conti e i bilanci si fanno alla fine, cioè a urne chiuse. Enrico Letta aveva a lungo teorizzato il campo largo, cioè la creazione di uno schieramento progressista il più ampio possibile che avesse nel Pd il suo baricentro e come obiettivo comune quello di fermare il centrodestra a trazione Meloni-Salvini. Alla viglia delle elezioni il segretario del Pd ha però dovuto abbandonare la sua strategia e ripiegare su un campo ristretto. Tagliati i ponti con i 5stelle colpevoli di aver fatto cadere il governo Draghi, i dem non sono infatti riusciti a stringere un accordo con Calenda e l'area dei centristi di sinistra. In questo modo il Pd si è ritrovato privo di un alleato forte (almeno sulla carta) che potesse rendere il polo progressista competitivo al centrodestra anche nei collegi uninominali, quei collegi che assegnano circa un terzo dei seggi e dove viene eletto chi prende un voto più degli avversari e dove Meloni e compagni faranno prevedibilmente man bassa di parlamentari. Rimasto senza un partner elettorale di peso, Letta ha puntato molte carte sul cosiddetto voto utile al Pd (noi siamo gli unici che possono fermare la destra, votate noi e non gli altri) e persino su un'ambiziosa contrapposizione personale tra lui e Giorgia Meloni. Evidente l'obiettivo del segretario dem: sottrarre spazio e consensi al terzo polo di Calenda-Renzi e alle altre forze minori di centrosinistra, ma soprattutto polarizzare la campagna elettorale in una sorta di epocale scontro a due, FdI contro Pd, dove in palio non c'era solo la guida del governo o la prevalenza di un programma su un altro, ma la difesa della democrazia e della Costituzione. L'esito delle elezioni del 25 settembre ci dirà se e quanto questa strategia elettorale di Letta si sia rivelata efficace. I sondaggi al momento sembrano dire che questa linea non ha fatto particolare breccia sull'elettorato e non hanno consentito al Pd di pescare consensi in bacini elettorali diversi da quelli tradizionalmente suoi. Ma mancano ancora due settimane e alla fine quelli che contano saranno i voti.
 

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