Egregio Sig. Direttore,
vorrei un suo parere in merito alle numerose ed ossessionanti cronache odierne sul decesso del boss mafioso Totò Riina.
A mio modesto avviso, aver impegnato pagine e pagine di giornali, nonché tutte le edizioni dei telegiornali e varie edizioni speciali è estremamente grave perché spingerà molti emulatori ad imitare il famigerato boss.
Una notizia stringata sarebbe passata quasi inosservata e nessuno (quasi ) e avrebbe più parlato o discusso.
Cosa ne pensa?
Giuliano Dori
Abano Terme (Pd)
--
Caro lettore,
non basta ignorare o fingere di ignorare la realtà per scongiurarne gli effetti negativi.
Soprattutto quando si parla di mafia. Cosa nostra e le alte organizzazioni criminali vorrebbero proprio questo: che non si parlasse di loro, che li si lasciasse agire indisturbati, che non si indagasse troppo su capi, padrini e aspiranti tali. Né quando nascono né quando muoiono.
Non è un caso che la parola mafia abbia fatto il suo ingresso ufficiale in un testo normativo della Repubblica italiana solo nel 1975. Prima si preferiva fingere che non esistesse. Totò Riina è stato uno dei boss più feroci e brutali della mafia siciliana. Ha continuato a gestire gli affari criminali e milionari delle famiglie anche da dietro le sbarre. La sua morte segna una svolta in Cosa Nostra e apre la strada a una guerra per la successione di cui sarà interessante conoscere gli sviluppi e gli esiti.
Se tv e giornali non parlano e non si interrogano di tutto questo, di cosa devono parlare? La mafia è cresciuta e prosperata anche quando la TV non c'era o aveva una diffusione molto limitata e i giornali preferivano occuparsi d'altro. Non saranno certo i servizi giornalistici dedicati alla morte di Riina a contribuire a rinfoltire le fila delle organizzazioni mafiose. Purtroppo quelle crescono e si arricchiscono da sole, senza bisogno di incentivi esterni.
Ultimo aggiornamento: 10:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA vorrei un suo parere in merito alle numerose ed ossessionanti cronache odierne sul decesso del boss mafioso Totò Riina.
A mio modesto avviso, aver impegnato pagine e pagine di giornali, nonché tutte le edizioni dei telegiornali e varie edizioni speciali è estremamente grave perché spingerà molti emulatori ad imitare il famigerato boss.
Una notizia stringata sarebbe passata quasi inosservata e nessuno (quasi ) e avrebbe più parlato o discusso.
Cosa ne pensa?
Giuliano Dori
Abano Terme (Pd)
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Caro lettore,
non basta ignorare o fingere di ignorare la realtà per scongiurarne gli effetti negativi.
Soprattutto quando si parla di mafia. Cosa nostra e le alte organizzazioni criminali vorrebbero proprio questo: che non si parlasse di loro, che li si lasciasse agire indisturbati, che non si indagasse troppo su capi, padrini e aspiranti tali. Né quando nascono né quando muoiono.
Non è un caso che la parola mafia abbia fatto il suo ingresso ufficiale in un testo normativo della Repubblica italiana solo nel 1975. Prima si preferiva fingere che non esistesse. Totò Riina è stato uno dei boss più feroci e brutali della mafia siciliana. Ha continuato a gestire gli affari criminali e milionari delle famiglie anche da dietro le sbarre. La sua morte segna una svolta in Cosa Nostra e apre la strada a una guerra per la successione di cui sarà interessante conoscere gli sviluppi e gli esiti.
Se tv e giornali non parlano e non si interrogano di tutto questo, di cosa devono parlare? La mafia è cresciuta e prosperata anche quando la TV non c'era o aveva una diffusione molto limitata e i giornali preferivano occuparsi d'altro. Non saranno certo i servizi giornalistici dedicati alla morte di Riina a contribuire a rinfoltire le fila delle organizzazioni mafiose. Purtroppo quelle crescono e si arricchiscono da sole, senza bisogno di incentivi esterni.