Pro o contro la cittadinanza a chi nasce in Italia? Alcune domande "non ideologiche" sullo ius soli

Venerdì 3 Novembre 2017
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Egregio direttore,
il presidente del Consiglio Gentiloni sembra deciso a far approvare entro la fine della legislatura la legge sul cosidetto ius soli. E come lui la pensano anche ministri importanti del governo come Delrio e Minniti. Finalmente, mi lasci dire. Perchè è davvero incredibile e ingiusto che migliaia di ragazzi di origine straniera ma nati in Italia, educati nelle nostre scuole, impegnati quotidianamente nelle nostre squadre di calcio o di pallacanestro, non possano diventare e sentirsi fino in fondo cittadini italiani, come sarebbe loro diritto. Mi sembra un'ingiustizia e un atto disumano opporsi a questa legge che è un atto di civiltà contro le paure e tutti gli egoismi. Se riterrà opportuno pubblicare questa lettera, la pregherei di metter solo la mia sigla.

S. F.
Padova



Cara lettrice,
apprezzo la sua passione ma credo sia sbagliato trasformare una questione delicata e complessa come la legge sullo ius soli in una battaglia ideologica. O dividersi tra chi è civile e chi non lo è. La norma in discussione interviene su una materia di grande importanza e proprio per questo non va valutata solo per il suo valore umanitario, ma anche e soprattutto per i suoi effetti e le implicazioni che può avere sulla società italiana. Mi permetto, a questo proposito, di porre qualche domanda. La prima: in un momento storico come quello attuale, una legge che apre alla cittadinanza per chiunque, o quasi, nasca in Italia non rappresenta un oggettivo, ulteriore incentivo all'immigrazione nel nostro Paese? È questo ciò di cui oggi abbiamo bisogno? O non avremmo invece la necessità di mandare segnali di tipo esattamente opposto? Tra i Paesi europei l'unica nazione che ha una legge simile è la Germania che, peraltro, prevede vincoli più stringenti per il riconoscimento della cittadinanza di quella in discussione in Italia. Altri Paesi, come per esempio la Gran Bretagna, avevano introdotto lo ius soli ma poi l'hanno abolito. È un caso? Non è un elemento anche questo su cui riflettere? La cittadinanza, ossia il sentirsi parte e componente di un Paese e di una comunità, non dovrebbe essere un percorso piuttosto che un automatismo burocratico? Ecco forse riflettere anche su queste domande, senza pregiudizi ideologici, può essere utile.
Ultimo aggiornamento: 17:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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