Gli eccidi di Codevigo e la recente sentenza sul comandante Bulow: perchè è utile parlarne oggi

Sabato 17 Luglio 2021
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Gentile Direttore,
forse questa è una notizia che non fa notizia né suscita clamore. Tuttavia, quantomeno per quei pochi (?) lettori che amano la storia e respingono ogni tentativo di diffamare la Resistenza , credo sia importante far sapere che il Tribunale di Ravenna ha condannato Gianfranco Stella per le sue reiterate affermazioni diffamatorie scritte nel suo libro Compagno mitra, da lui autopubblicato nel 2018, contro Arrigo Boldrini (il Comandante partigiano Bulow). Gianfranco Stella, in quel libro, ha ripetutamente apostrofato Arrigo Boldrini Boia di Codevigo. Il Tribunale di Ravenna, con sentenza del 5 luglio 2021, sancisce che Stella non ha esercitato il diritto di critica storica, ma unicamente dichiarazioni scorrette ed offensive della reputazione e onore di Boldrini. Questa sentenza va fatta conoscere perché si rende giustizia all'onore e alla reputazione di Arrigo Boldrini. E perché i fenomeni storici vanno documentati e inseriti in un contesto storico, non per trarne motivi di dozzinale moralismo, ma per comprendere il processo di liberazione, nel nostro caso, dal nazifascismo e i valori che ne sono scaturiti.

Cosimo Moretti


Martellago
Caro lettore, la storia è una materia troppo complessa per essere affidata alle sentenze dei tribunali.

Prima di ancora di essere scorretta e offensiva, come hanno decretato i giudici di Ravenna, la definizione di Arrigo Boldrini come Boia di Codevigo è del tutto riduttiva e storicamente inadeguata. Bulow è stato uno dei più validi comandanti della Resistenza italiana e il suo stesso soprannome (Friedrich von Bulow fu il generale prussiano che combattè contro Napoleone) testimonia quelle qualità di stratega militare che gli valsero anche la medaglia d'oro assegnatagli dalla Ottava Armata britannica per il contributo dato alla guerra di Liberazione. Detto tutto ciò, non c'è contesto storico nè sentenza che non possa farci inquadrare gli eccedi di Codevigo nella loro tragica e reale dimensione. Tra la fine di aprile del 1945 e le settimane successive, ossia a Liberazione avvenuta, in quel lembo della provincia di Padova, sotto il controllo della 28esima Brigata Garibaldi comandata proprio da Boldrini, avvenne l'esecuzione sommaria (condotta in qualche caso con metodi di inaudita brutalità) di 136 persone tra militari delle Guardia repubblica, Brigate Nere e civili. Le responsabilità politiche e militari di quei fatti restano ancora oggi da definire, ma quegli eccedi sono una pagina che nessuna storicizzazione potrà nobilitare e che nulla hanno a che fare con i valori scaturiti dalla fine del nazifascismo. Anzi ne rappresentano la negazione. Riconoscerlo nel 2021 non è banale revisionismo nè moralismo dozzinale. E' consapevolezza di chi siamo e di chi vogliamo essere. 

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