Le divisioni nel centrodestra? È solo il secondo tempo del 25 settembre ma c'entra anche il sistema elettorale

Domenica 16 Ottobre 2022

Caro direttore,
niente da dire sulla legittimità del risultato delle recenti elezioni politiche che, ognuno di noi, nel rispetto della costituzione, deve accettare, anche in nome di quell'alternanza tanto invocata. Che la partenza riconducibile alla nomina dei presidenti del Senato e della Camera non sia stata un parto facile non v'è dubbio alcuno per cui, se il buon giorno si vede dal mattino, mi par di poter dire che l'inizio è stato pertanto subito piuttosto tenebroso.
Di certo la tanto conclamata coesione dei... magnifici tre del centro-destra si è incrinata subito al primo passo mosso dal così chiamato cavaliere.
Perché succede tutto questo ?
Semplicemente perché la classe politica italiana non ha niente a che vedere con la politica, ma solo con l'interesse personale di coloro che, a gomitate (tanto per usare un eufemismo in sostituzione di coltellate), si sono venduti a qualsiasi opportunità in favore di se stessi, infischiandosene completamente della serietà del popolo italiano.

Arnaldo De Porti
Feltre


Caro lettore,
quello che sta accadendo in questi giorni non è la semplice conseguenza di una classe politica disinteressata ai destini del Paese e o indifferente alle volontà del popolo italiano. È un po' troppo facile attribuire sempre agli altri colpe e responsabilità: i parlamentari non sono piovuti dal cielo, li hanno eletti i cittadini. Il tema credo sia un altro. Se vogliamo continuare ad avere un sistema elettorale proporzionale che non prevede la possibilità per gli elettori di indicare il premier, dobbiamo accettarne le conseguenze. Nel bene come nel male. Quello che sta andando in scena in questi giorni, nella coalizione di maggioranza ma anche nell'opposizione, è il secondo tempo delle elezioni del 25 settembre. Chi ha vinto cerca di affermare la propria leadership, chi è uscito sconfitto prova a recuperare terreno almeno in termini di posti e di cariche, chi ha meno voti all'interno di uno schieramento cerca di far valere il suo diritto di veto o di far fruttare al massimo la sua rendita di posizione. È sempre successo e, in forme magari diverse, sempre accadrà.
Le divisioni emerse nel centrodestra in questo inizio di legislatura ne sono una prova. Forza Italia prima ha cercato di impedire, senza riuscirci, l'elezione di La Russa, adesso minaccia di andare da sola alle consultazione dal Presidente della Repubblica. Non credo lo farà, ma intanto tiene alta la tensione e spera di spuntare un ministro in più o un dicastero più pesante per un proprio esponente. Avesse vinto il centrosinistra, possiamo esserne certi, non sarebbe accaduto nulla di diverso. Cambiavano solo i protagonisti.
Se avessimo un sistema elettorale che consente di indicare già chi sarà il capo del governo riducendo i poteri di veto e di interdizione dei singoli partiti forse ci saremmo evitati lo spettacolo di questi giorni. Ma per discutere seriamente di questo sarebbe necessario abbandonare i pregiudizi di chi considera un attentato alla Costituzione e alla democrazia ogni modifica in senso presidenziale del nostro sistema elettorale e istituzionale.
 

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