In Italia manca una cultura
dei diritti del risparmiatore

Domenica 13 Dicembre 2015
19
Caro direttore,
quando si va a fare un qualsiasi contratto per energia elettrica, gas, acqua, e quindi anche per un prestito in banca, ci sono sempre molte pagine riempite di clausole in minuscolo formato di stampa, per cui ti si chiede di firmare e di apporre anche una seconda firma di conferma, che è quella che ti inchioda. Prima di firmare bisognerebbe leggere tutta la pappardella, al bisogno chiedere chiarimenti e se si ha qualche dubbio interpellare un avvocato. Alla fine se si è convinti si può anche apporre la doppia firma. Nessuno lo fa e quindi si firma facendo atto di fiducia nella persona o nell’istituto che ti sta davanti. Ecco quindi che alla fine, se vai a protestare, ti rispondono: «Ma lei ha firmato».

Pasquale Rampazzo

------
Caro lettore,
tutti quei moduli, come ha certificato anche la Consob, sono in massima parte incomprensibili, cervellotici e soprattutto inutili. Sulla carta dovrebbero servire a garantire il risparmiatore nei confronti di banche e finanziarie, rendendolo cosciente di cosa sta acquistando e dei rischi che corre. Nella realtà, quelle scartoffie, non solo non aiutano il risparmiatore a investire in modo più consapevole, ma finiscono spesso per penalizzarlo. Nel momento in cui sorgono dei problemi, il risparmiatore si ritrova infatti con le mani legate: ha firmato i moduli, non può lamentarsi o pretendere nulla, era tutto scritto, se ne deve fare una ragione. Peccato che per capire il valore e il vero significato di ciò che era scritto servisse, come minimo, una laurea in scienza delle finanze. La cosa incredibile è che tutti, compresi coloro che di mestiere fanno i controllori e i garanti del mercato, sono consapevoli di tutto questo, sanno benissimo cioè che quei pezzi di carta sono delle perfette foglie di fico ad uso e consumo degli intermediari finanziari. Ma preferiscono far finta di nulla. Finché non succede il disastro o, com'è accaduto nei giorni scorsi, non ci scappa addirittura il morto. Allora tutti, ipocritamente, si scandalizzano, denunciano l'inefficacia del sistema e annunciano interventi risolutivi. Che chissà se mai arriveranno. Perché al fondo ciò che davvero manca, soprattutto in Italia, è una cultura dei diritti del cittadino e del risparmiatore. Diritti che non si difendono con i chili di scartoffie, ma con la chiarezza e la trasparenza dei comportamenti. E con la severità nei confronti di chi non rispetta le regole.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci