Cuba per molti è un'illusione ottica. Nella realtà è una dittatura che ora si accanisce sul popolo affamato

Martedì 20 Luglio 2021
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Caro direttore, il movimento Black Lives Matter è talmente democratico che difende la repressione del regime cubano contro il loro stesso popolo ridotto alla fame. In un post pubblicato giovedì scorso su Instagram Blm invece di condannare le violenze del regime comunista fondato da Fidel Castro, le cui redini sono state prese da Miguel Diaz-Canel, ha attaccato gli Stati Uniti. Dando loro la colpa della crisi che imperversa sull'isola. Hanno scritto: «Black Lives Matter condanna il trattamento disumano dei cubani da parte del governo federale americano e sollecita a levare subito l'embargo economico. Questa politica crudele e inumana, istituita con l'esplicita intenzione di destabilizzare il paese e minare il diritto dei cubani a scegliere il loro proprio governo, è al cuore dell'attuale crisi cubana». Forse gli esponenti del Blm non sanno che il popolo cubano è costretto a vivere schiavo di una dittatura dal 1959. Il movimento si beve la propaganda di regime e non si rendono neppure conto che l'embargo americano non riguarda i medicinali. Senza contare che le carenze di personale negli ospedali cubani è una scelta politica del regime.
Antonio Cascone

Padova
Caro lettore, per molti, non solo negli Stati Uniti, Cuba è un'illusione ottica o una proiezione di propri sogni giovanili.

Purtroppo la realtà è un'altra cosa. Cuba è una dittatura comunista che soffre una gravissima crisi economica, certamente aggravata ma non provocata dal duro embargo Usa. Oggi nella patria del castrismo, oltre alla liberà, sono venuti a mancare, e questa volta in misura drammatica, moltissimi beni di prima necessità. Una crisi talmente profonda da spingere migliaia di cittadini a scendere per la prima volta in piazza contro il regime, sfidando la legge (a Cuba le manifestazioni anti-governative sono proibite) e la violenta repressione della polizia. Cos'è accaduto? Che la pandemia ha inferto un colpo terribile ad un'economia già molto fragile e ancora fortemente dirigista e statalista (solo nel 2021 l'attività delle piccole imprese è stata di fatto liberalizzata), facendo crollare il turismo (-80%) e il Pil del Paese (-11%) e generando una situazione sociale esplosiva. L'hanno definita la revuelta del hambre, la rivolta della fame, perchè a Cuba in questo momento c'è carestia di tutto: denaro, cibo, medicine. Al contrario di quanto si ostina ad affermare il governo cubano, a scatenare la crisi e le ribellioni di queste settimane non sono stati agli avversari del regime, ma le ragioni della sopravvivenza. Eppure l'unica risposta che il governo ha saputo dare alle manifestazioni di questi giorni è stata la repressione: violenze, feriti, arresti, divieto all'uso dei social. Il popolo affamato indicato e colpito come il nemico. La fine di ogni illusione rivoluzionaria.

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