Il crollo del ponte ci fa capire ritardi e deficit infrastrutturali di cui è vittima l'Italia

Mercoledì 15 Agosto 2018
Egregio direttore, 
quello che è accaduto a Genova lascia senza parola. È incredibile solo l'idea che possa accadere un disastro del genere. Tanti morti, tantissimo dolore. Un disastro senza precedenti. Ma vien da chiedersi anche se tutto ciò che doveva essere fatto per evitare quel terribile crollo sia stato fatto. Qualcuno responsabile di tutto ciò deve esserci. Non può essere colpa del destino cinico e baro.

Carlo Pianon
Mestre

Caro lettore, 
questo non è il momento delle recriminazioni, delle accuse e dei processi. Adesso occorre occuparsi di chi ha perso la vita, di chi è rimasto ferito, di chi ha perso i propri cari e di chi forse è ancora sotto le macerie. 
Certo fa riflettere che nel 2018 possa accadere che in uno dei Paesi più industrializzati del mondo improvvisamente crolli un ponte autostradale che corre sopra una città. Sono tragedie lontane dalla nostra immaginazione o che, quando accadano in altre zone del globo, etichettiamo sbrigativamente come cose da terzo mondo. Certamente occorrerà individuare colpe e responsabilità. 
Un ponte non crolla per caso. Ma una catastrofe come quella di Genova può aiutarci, nel dramma, ad essere consapevoli dei ritardi e dei deficit infrastrutturali di cui è vittima l'Italia. 
E forse speriamo aiuti tutti anche ad affrontare il tema degli investimenti in grandi opere con più consapevolezza e meno demagogie. 
 
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