Il crocefisso in classe e quel ministro dell'Istruzione che parla di laicità senza sapere cosa sia

Giovedì 3 Ottobre 2019
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Caro direttore,
sono una quotidiana e affezionata lettrice da ben 42 anni assieme a tutta la mia famiglia. Volevo una sua opinione: ritiene giusta la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche e dagli uffici e luoghi pubblici? Io personalmente no, in quanto ritengo che ogni paese abbia il suo culto e la sua religione pertanto se lo si toglie per favorire l'integrazione interculturale e religiosa credo sia sbagliato. Ogni paese e ogni cittadino può mantenere saldo il suo credo, mantenendo esposto come è giusto il crocifisso in una società cristiana e gli abitanti nel nostro paese di altra religione possono integrarsi favorendo la professione del proprio credo nel rispetto reciproco, senza eliminare i simboli di fede esposti qui.


Maria Elena
Venezia


Cara lettrice,
non avendo di meglio da fare il ministro dell'Istruzione Fioramonti si è sentito in dovere di farci sapere che lui, avendo una visione laica dello Stato, toglierebbe i crocefissi dalle scuole. Non una trovata di grande originalità, ma temo dovremmo abituarci alle estemporanee sortite di questo neo-ministro che mi pare si candidi ad essere il nuovo Toninelli. A dire il vero non ne sentivamo la mancanza, ma tant'è: questo passano il convento e la piattaforma Rousseau. Comunque sia, è preoccupante ascoltare affermazioni del genere da chi dovrebbe gestire e sovrintendere la formazione delle nostre nuove generazioni. Perché la laicità e il crocifisso non sono affatto in contraddizione. Anzi. Per prima cosa la croce non è solo un simbolo religioso, ma di fratellanza e di umanità. Non solo: è parte integrante della nostra cultura e della nostra identità. Lo dimostra il fatto che per secoli è stato un elemento imprescindibile delle rappresentazioni pittoriche o che spesso sulle cime delle nostre montagne svetti proprio una croce. Ma soprattutto un ministro dell'Istruzione dovrebbe sapere che il principio di laicità è un portato tipicamente cristiano, che come tale viene simboleggiato dal crocifisso. Fu infatti Cristo che per primo distinse la sfera spirituale da quella temporale, evitando da un lato la legittimazione della teocrazia, in cui il potere spirituale assume su di sé anche il potere politico (come nell'islam) e dall'altro lato la legittimazione del cesaropapismo, in cui il potere politico assume su di sé anche il potere spirituale. A Fioramonti e a quelli che la pensano come lui, consiglierei di leggere (sono poche righe, anche un ministro così impegnato come lui può trovare il tempo per farlo) ciò che ha detto un uomo di cultura rigorosamente laico come Massimo Cacciari: «Non ha nessun senso voler togliere il crocifisso dalle aule scolastiche, dai luoghi pubblici. Gesù era un maestro di laicità. Chi ha detto che il suo regno non è di questo mondo? Più laico di così... La grande tentazione demoniaca è quella del potere terreno. Gesù è la figura che nel modo più esplicito ha manifestato la libertà dell'anima spirituale di ciascuno». C'è altro da aggiungere? Sì: che la scuola italiana ha mille problemi e che il ministro dovrebbe occuparsi di questi, evitando di perdersi in inutili divagazioni pseudo-filosofiche per le quali non è neppure molto tagliato.
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