I litigi tra partiti fanno parte della fisiologia della politica, purché non blocchino l'azione di governo

Mercoledì 3 Marzo 2021

Caro direttore,
dobbiamo constatare con rammarico che i partiti facenti parte del governo stanno riprendendo la loro consueta litigiosità, le polemiche e gli slogan da campagna elettorale permanente che usavano fra avversari anche ora che sono alleati. Sembra non si rendano conto che il Paese sta affrontando un'emergenza gravissima, senza precedenti che va distruggendo la nostra economia e purtroppo le nostre vite. E neppure si rendono conto che il governo Draghi rappresenta l'extrema ratio cui il Presidente Mattarella è dovuto ricorrere visto proprio l'insuccesso dell'azione dei partiti.

A questo punto una sola speranza, quella che Draghi che ha in mano il governo del Paese non si lasci coinvolgere dalle beghe e dalle grida dei partiti, ma decida con l'efficacia e la maestria che ovunque gli vengono riconosciute.
Luciano Tempestini
Mestre (Venezia)


Caro lettore,
forse mi sbaglierò o forse confondo le mie speranze con la realtà, ma non sarei così pessimista.

Che i partiti litighino fa parte della fisiologia della politica. A maggior ragione quando c'è una maggioranza di governo così allargato come quello attuale dove convivono forze politiche tanto diverse ma tutte animate dall'esigenza di marcare la loro identità, di distinguersi dai compagni di viaggio e riaffermare le proprie parole d'ordine. Non c'è da scandalizzarsi per questo. Ci sarebbe invece da preoccuparsi se questi litigi, se questa corsa alla visibilità rallentasse o bloccasse l'azione di governo come avveniva con l'ultimo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Non mi pare che per il momento sia così. Anche se Salvini e Zingaretti battibeccano su chiusure e aperture, se M5s marca il suo territorio ogni giorno, se sull'apertura delle scuole emergono dentro la maggioranza sensibilità opposte, tutto questo finora non ha troppi condizionato l'azione del premier.

Draghi doveva fare alcune scelte e le ha fatte. Ha rivisto l'intera strategia per i vaccini, ha estromesso il commissario Arcuri, manager vicinissimo a Conte, ha silenziato gli esperti del Comitato tecnico scientifico. Non è molto, dirà qualcuno. Può essere. Ma sono scelte significative che il premier ha fatto senza preoccuparsi troppo dei partiti, delle loro esigenze, delle loro priorità. Vedremo se strada facendo le cose cambieranno. Ma sperare che le forze politiche depongano le armi è un'illusione. È più realistico confidare che Draghi sfrutti questa particolare fase politica e l'elevato credito di cui gode anche nell'opinione pubblica, per mantenere una sua ampia autonomia decisionale ed affrancarsi dalle conflittualità delle forze politiche.

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