Virus cinese, perché all'aeroporto di Bangkok ci sono i controlli e a Milano Malpensa no?

Venerdì 7 Febbraio 2020
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Caro Direttore, 
le scrivo per comunicarle le mie perplessità, relativamente ai controlli alle frontiere, come protezione contro la diffusione del coronavirus. Questa mattina alle 07,10, il mio aereo è atterrato all’aeroporto Malpensa. Io e altre due persone eravamo partiti 12 ore prima, dall’aeroporto Suvarnabumi di Bangkok, in Thailandia. In quello scalo, c’era stata controllata la temperatura corporea, e dato l’ok per l’imbarco. Devo dire, che eravamo un po’ preoccupati, per i controlli che avremmo dovuto subire al nostro arrivo in Italia. Infatti, dalle comunicazioni di amici e parenti, nonché da notizie recuperate sul web, sembrava che avremmo trovato un cordone sanitario scrupolosissimo, che rischiava di farci perdere un sacco di tempo. Adesso le descrivo i controlli che abbiamo subito: controllo documenti, tramite il nuovo sistema informatizzato, il quale non richiede la presenza della polizia di frontiera, c’era solo un poliziotto per supplire ad eventuali casi di malfunzionamenti delle apparecchiature, inoltre c’erano tre civili, incaricati di smistare i passeggeri in arrivo, alle varie postazioni di verifica documenti. Fine dei controlli. Passata questa verifica, abbiamo ritirato i bagagli, siamo passati davanti ad un agente con un cane e siamo uscito dall’aeroporto. Tutto qui. Come avrebbe detto mia madre “tanto casin par gnente”.

Diego Marini
Vigodarzere (Pd)

Caro lettore,
ogni giorno, da quando è scattato l’allarme coronavirus, ascoltiamo e leggiamo inviti alla calma e alla cautela: non bisogna trasformare giustificate preoccupazioni per la salute in psicosi collettiva. Giusto. Parole da sottoscrivere. Ci garantiscono che nulla è lasciato al caso, che la popolazione può stare tranquilla e che la rete di sicurezza per fermare il cosiddetto “virus cinese” è in piena funzione: il rischio c’è, ma siamo attrezzati per governarlo. Bene. Poi scopriamo che, come lei ci racconta, a Milano Malpensa, cioè nel secondo aeroporto per importanza d’Italia, non è previsto alcun tipo di controllo per chi entra in Italia, neppure per i passeggeri che provengono dall’area del Sud Est asiatico. Meno male che almeno a Bangkok misurano la febbre. Ma sapere che la Thailandia la prevenzione funziona meglio che da noi, non è consolante nè troppo tranquillizzante. 
Ultimo aggiornamento: 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA