Le regole si rispettano, anche quando non si condividono. Non farlo e mettere in pericolo gli altri, è un delitto

Venerdì 29 Maggio 2020
Egregio Direttore,
non sono d'accordo con la risposta che lei ha dato al lettore signor De Porti del 28 maggio circa l'utilizzo delle mascherine. Mi sembra che dare dell'idiota a chi non usa la mascherina all'aperto sia sbagliato in quanto sull'argomento numerosi scienziati o pseudo scienziati non sono assolutamente d'accordo e hanno dato informazioni controverse nel giro di un mese o pochi giorni, quindi regna l'ignoranza. Molti medici sono d'accordo inoltre nell'affermare che l'utilizzo improprio per molto tempo delle stesse sia nocivo alla salute (si respira parte dell'anidride carbonica espirata).

Renato Bernardini

Caro lettore,
la parola idiota deriva dal greco idyos che significa persona particolare, che sta a sé: un concetto che mi sembra del tutto adeguato al nostro tema. Può darsi però che il termine che ho usato nella mia risposta abbia offeso o urtato qualcuno. In tal caso me ne scuso. Ma, nella sostanza, non cambio idea. Anzi. A nessuno, credo, piaccia usare la mascherina, sopratutto con il caldo di questi giorni. E penso che tutti noi non vediamo l'ora di poterla per sempre riporre nel cassetto. Ma il suo uso è una precisa e ripetuta indicazione delle autorità politiche e scientifiche. Fatta per la sicurezza e la difesa della salute di tutti noi. Quando in gioco ci sono beni così importanti (non dimentichiamo le migliaia di morti e di malati provocati dal coronavirus), i distinguo non hanno senso, sono inaccettabili e, se non sono frutto di umana idiozia, sono un segno di presunzione intellettuale o di colpevole indifferenza verso gli altri: un delitto sociale. Ci sarà sempre uno scienziato che ci convincerà che quello che noi pensiamo sia la cosa più giusta. Sulle mascherine poi si è detto tutto e il contrario di tutto. Ma in questo momento ci viene chiesto e imposto di usarla perché, secondo la larga maggioranza degli esperti, contribuisce a limitare il contagio da virus. Giusto, esagerato, forse sbagliato? Non sono uno scienziato, non lo so. So però che se ciascuno di noi, nelle scorse settimane, avesse fatto di testa propria, applicando le regole che le sue convinzioni del momento o il suo scienziato di riferimento gli suggerivano, infischiandosene di quelle dettate dalle pubbliche istituzioni, oggi probabilmente saremmo ancora nel pieno di una crisi sanitaria e la curva epidemiologica del virus non sarebbe calata. Per fortuna la stragrande maggioranza si è adeguata, ha rispettato le regole e i divieti anche quando magari non li condivideva fino in fondo o dubitava della loro reale efficacia.
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