Perché Renzi sbaglia quando chiede di far riprendere adesso tutte le attività produttive

Martedì 31 Marzo 2020

Gentile direttore,
non sempre mi sono trovato in accordo con le iniziative di Matteo Renzi, quando era al governo, e raramente ho condiviso le sue idee in veste di semplice leader politico. Ma mi sento di affermare che in questa tragica esperienza che tutti stiamo vivendo con estrema apprensione, l’unico politico che a mio avviso ha mantenuto lucidità e capacità programmatica è proprio il nostro ex primo ministro. La sua posizione che prevede un ripensamento riguardo chiusura totale delle attività produttive non ritenute essenziali, mi trova completamente consenziente. Dato ormai per scontato che la coesistenza con il Coronavirus sarà per noi inevitabile- pur tra alti e bassi- fintantoché non sarà disponibile un vaccino, dobbiamo giocoforza imparare a convivere con questo flagello, utilizzando i mezzi di protezione che, se disponibili (e devono essere disponibili!) e usati correttamente, unitamente alle regole di distanziamento sociale, possono garantire un ottimo impedimento alla diffusione del virus il tutto corroborato inoltre da una seria politica di rilevamento delle positività attraverso la corretta implementazione dei test, come- va dato atto al Governatore Zaia- sta accadendo inVeneto. Credo sbagliato distinguere nettamente tra emergenza sanitaria ed emergenza economica, sono situazioni che si possono e si devono affrontare contemporaneamente. Purtroppo per portare avanti questo obiettivo occorrono personalità di governo ben diverse da quelle in carica.

Lucio De Majo
Venezia



Caro lettore, viviamo tutti una stagione difficile, drammatica e inedita nei suoi sviluppi e nelle sue conseguenze. E’ giusto dunque ascoltare le opinioni di tutti senza farsi condizionare da logiche di schieramento. Tuttavia non posso condividere la posizione di Matteo Renzi. Anzi la considero sbagliata e pericolosa, soprattutto in questa fase. Ne comprendo ovviamente lo spirito, ma proprio nel momento in cui sembra che la curva dei contagi e dei malati sia in fase calante, almeno a Nord-est, è necessario da parte di tutti produrre il massimo sforzo per ridurre al minimo le occasioni di contatto, che sono la principale origine della diffusione del coronavirus, e cercare di mettere sotto controllo l’epidemia. Quindi bisogna limitare al massimo gli spostamenti e l’uscita di casa delle persone. Anche per ragioni di lavoro. Capisco che questo comporta sacrifici e può avere un costo sociale ed economico anche elevato. Ma bisogna capire che, come ci hanno spiegato gli scienziati, ogni giorno perso nella lotta al virus, rischia di ritardare di 4-5 giorni e forse più l’uscita dal tunnel. Abbiamo già sbagliato nelle scorse settimane ad intervenire troppo tardi con divieti e restrizioni, non commettiamo oggi un altro errore. Quando c’è una guerra va combattuta cercando di vincerla il più presto possibile. Prima ci si riesce, prima si può cominciare ad avviare e gestire la ripresa.

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